“Sua figlia ha avuto un incidente”. Dopo il raggiro di un’anziana a Rimini, i falsi avvocati fermati con soldi e gioielli a Savignano

Savignano sul Rubicone
  • 05 settembre 2024

Spacciandosi per avvocati e carabinieri avevano fatto credere a una 72enne di Rimini che la figlia avesse provocato un incidente e rischiasse l’arresto se non avesse pagato. Una truffa in realtà, come le tante che vedono vittime gli anziani. Ma stavolta il copione è finito in modo diverso. Gli autori del raggiro, tre giovani, un ragazzo e due ragazze, sono stati fermati martedì pomeriggio a Savignano da una pattuglia della Polizia locale dell’Unione Rubicone e mare a bordo di una Fiat 500.

I tre durante il controllo apparivano molto agitati e gli agenti decidevano quindi di approfondire; scoprivano così nel vano portaoggetti dello sportello uno storditore elettrico, che la legge classifica come arma il cui porto, fuori dal domicilio, costituisce reato e dalla una perquisizione dell’autovettura è spuntato un sacchetto, occultato sotto un sedile, contenente alcune decine di monili e di gioielli in oro avvolti in un tovagliolo, mentre nella tasca di una ragazza è stato ritrovato anche un piccolo quantitativo di hashish.

I tre venivano pertanto condotti in ufficio. Sospettando la provenienza delittuosa dei preziosi, si cercavano in zona informazioni utili dalle forze dell’ordine del circondario e così è stato accertato dalla Questura di Rimini che poche ore prima una signora di 72 anni era stata vittima della “truffa dell’avvocato” e che la stessa aveva consegnato una somma di denaro e alcuni gioielli. Contattata, la vittima ha riconosciuto subito come propri gli oggetti preziosi e persino il tovagliolo con cui li aveva consegnati ai truffatori.

La “truffa dell’avvocato” era consistita in una telefonata abilmente architettata e condotta, con la quale alla vittima era stato fatto credere che una figlia aveva causato un incidente e che, per evitarne la carcerazione, era necessario risarcire i parenti della persona investita con il pagamento di alcune migliaia di euro da fare, anche con oggetti preziosi o di valore, entro pochissimo tempo. I truffatori, che hanno simulato di essere uno un sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri ed un altro un avvocato, facendo leva sul lato emotivo sono così riusciti a convincere la vittima a consegnare ad un emissario contante e preziosi. Solo dopo che i truffatori si sono allontanati e avere verificato che la storia dell’incidente era inventata, poiché la figlia era tranquillamente a casa propria ignara di tutto, la vittima ha realizzato di essere caduta in un inganno.

La vicenda si è conclusa con la restituzione alla truffata dei preziosi (del valore di alcune migliaia di euro) e del denaro (circa 250 euro) e con la denuncia a piede libero dei tre per porto illecito di arma (lo storditore), concorso in truffa e ricettazione. Una delle due donne è stata altresì segnalata alla Prefettura per il possesso di droga.

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