Savignano, la torre donata fa emergere la storia dell’antico castello e la voglia di un percorso delle mura
Appuntamento ricco di suggestioni fra memorie antiche e prospettive di valorizzazione futura, a partire dal piano di recupero delle storiche piazze Castello e Gori, per quello che diventerà il “percorso delle antiche mura”. Se ne è parlato ieri, alla Rubiconia Accademia dei Filopatridi, gremita di pubblico, per la conferenza celebrativa dell’avvenuta donazione da parte della stessa Accademia, che ne divenne proprietaria nel 1999, della torre del castello al Comune di Savignano. Un patto di collaborazione di grande significato, come ha sottolineato il sindaco Nicola Dellapasqua, ringraziando Vincenzo Colonna e Filiberto Muccioli, recentemente scomparsi, per l’impegno che hanno messo in tale ambito.
Della piazza Castello del passato e di oggi ha parlato l’architetta Luciana Alasia, che si occupa da oltre trent’anni del castello e delle sue mura, edificati nell’ambito dell’amplissimo progetto trecentesco di costituzione di una vasta rete di rocche tra Romagna, Marche e Umbria, che ebbe come artefice il cardinale Egidio Albornoz. La costruzione del “Castrum novi” savignanese data dal 1359, formata da due cinte all’interno e all’esterno. Poiché subì vari assedi, nel 1471, grazie a una remissione di tasse della camera apostolica, si pose mano alla riparazione dei danni. Un restauro - ha ipotizzato Alasia - dovrebbe avere natura conservativa dell’esistente, come «opera f’arte concettuale», senza destinazioni d’altro genere.
L’architetta Monica Trevisani ha spiegato come la profonda trasformazione causata dalle esigenze di rimediare alle precarie condizioni di stabilità e igienico-sanitarie delle fitta rete di edifici e vicoli tra le piazze Castello e Gori, abbia preso le mosse nel 1886 dall’applicazione delle direttive di legge per il risanamento della città di Napoli. Fu quindi attuato un piano di demolizioni e ricostruzione altrove degli edifici abbattuti, che però non era ancora terminato nel 1930, come mostrano varie foto dell’epoca, e che avevano posto fine a varie attività secolari, come i forni, testimoniati dalla toponomastica. Si aggiunsero poi i danni dei bombardamenti.
Per la vicesindaca Stefania Morara, le prospettive per valorizzare l’antico castello e creare un “percorso delle antiche mura”, a partire dal recupero della torre sud-est, va inquadrata nel vasto ambito di rigenerazione del centro storico.