Savignano e San Mauro condannate a restituire a Baldinini 175mila euro

Ricorso dei Comuni di San Mauro Pascoli e Savignano contro la condanna a rifondere a Baldinini complessivamente 175 mila euro. Si tratta di somme che l’azienda calzaturiera ha versato ma che riteneva non fossero dovute. Di qui il ricorso al Tar dell’Emilia Romagna, che in due sentenze ha dato ragione a Baldinini. In questi giorni i due Comuni hanno preparato le carte per resistere al disposto della sentenza e fare appello innanzi il Consiglio di Stato.

Una vicenda infinita

Tutto nasce nel 2012 quando la sindaca a Savignano era Anna Battistini e l’azienda Baldinini desiderava allargarsi. Per farlo chiedeva di trasformare un area di oltre 53mila metri quadri che apparteneva alle due società Baldinini srl e Business srl (entrambe fanno capo all’imprenditore Baldinini) da agricola a produttiva. In cambio gli venne chiesto di realizzare una serie di opere di pubblica utilità. Uno “scambio” che fu oggetto dell’accordo denominato “Via Alberazzo - Via Rio Salto” che nel 2012 le due società sottoscrissero con i comuni di Savignano e San Mauro Pascoli e la Provincia di Forlì-Cesena e che i tre enti aggiornarono con una convenzione nel 2020. L’accordo originale prevedeva la realizzazione da parte delle due società di una serie di infrastrutture pubbliche, tra cui piste ciclabili (lungo via Alberazzo e via Rio Salto), collettori fognari, due rotatorie (all’intersezione tra la via Alberazzo e la via Rio Salto e tra via Alberazzo e la via Emilia) importanti per la viabilità locale fino a una spesa massima di 1.050.000 euro, esclusi iva e oneri professionali. In corso d’opera (siamo nel 2017) i Comuni di Savignano e San Mauro chiesero anche una serie di opere complementari (un fosso di scolo, l’allargamento di un tratto di strada e dei pozzetti per la rete Telecom) per un costo preventivato di 100mila euro, che il privato ha realizzato, ma con l’aspettativa di non doverne sostenere il costo.

Le sentenze

Questa è solo una delle discrepanze che hanno portato le aziende di Baldinini a fare ricordo al Tar. I procedimenti che a fine anno scorso sono arrivati a sentenza sono due. In uno la Baldinini ha chiesto e ottenuto l’annullamento della convenzione del 2020. Il tribunale spiega che la convenzione modificava nei fatti l’accordo del 2012 e quindi non potevano limitarsi a sottoscriverla le tre amministrazioni, ma avrebbero dovuto coinvolgere anche le due società di Baldinini. L’altra sentenza riguarda invece l’accordo del 2012 e prende le mosse da un fraintendimento di fondo: la cifra di 1.050.000 euro era da intendersi come tetto massimo a fronte delle spese effettivamente sostenute, non come cifra dovuta a prescindere. Questo procedimento si conclude con la condanna per i due enti: San Mauro Pascoli e Savignano in solido devono restituire 86.366.86 euro per le spese sostenute per realizzare le opere complementari che l’accordo originario non prevedeva, mentre il solo Comune di Savignano deve aggiungere ulteriori 88.552,51 euro: è la differenza tra i 153.353,42 che il privato aveva anticipato per le spese per “espropri e atti connessi” e i 64.800 euro che il Comune ha effettivamente speso.

Opposizione Comuni

Ora sia la giunta comunale di San Mauro Pascoli e sia quella di Savignano hanno fatto ricorso contro le sentenze e ci sarà un ulteriore grado di giudizio. «I nostri legali ritengono che la decisione del Tar non sia corretta – dice il sindaco di San Mauro Pascoli, Moris Guidi – quindi abbiamo conferito incarico ai nostri legali di procedere alla difesa e abbiamo nutrite speranze che venga riconosciuta la bontà delle nostre interpretazioni».

Non la pensano così i gruppi di minoranza dei due comuni: «Purtroppo i due Comuni dovranno rifondere Baldinini – affermano sia i gruppi di minoranza di San Mauro Pascoli e sia “Coraggio Savignano Cambia” - resistere vuole dire spendere ulteriori migliaia di euro. Si tratta di accordi di programmi e convenzioni redatte dalle precedenti Amministrazioni, forse con superficialità. Ora valeva la pena di non ingrossare il debito per le casse comunali».

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