Savignano, il custode del dialetto romagnolo dopo i dizionari debutta online con “Voci nel vento”
Dopo quattro dizionari di dialetto romagnolo, ad oltre 90 anni Bruno Sacchini entra anche nel progetto “Voci nel vento”. È nato a Orzinuovi (provincia di Brescia) il 4 gennaio 1934, figlio del geometra Vinicio Sacchini di Canonica (frazione di Santarcangelo) e di Maria Provezza di Brescia. Da quando aveva 14 anni però Sacchini abita a Savignano, come i due figli Simona e Stefano e i 4 nipoti. Ha svolto la libera professione di geometra e ha seguito la nascita di varie decine di condomini, case e uffici a Savignano e dintorni, poi si è occupato anche di un’azienda di macchine agricole. Ma ha dato alle stampe 4 dizionari di dialetto romagnolo, spesso arricchendo le edizioni precedenti. Il primo dizionario, nel dialetto di Savignano, infatti, lo pubblicò 25 anni fa ed aveva solo 256 pagine dal titolo “Paroli, robi e det d’una volta” (“Parole, cose, e detti di una volta”), mentre l’ultimo “Dizionario di dialetto romagnolo” risale ad un anno fa e di pagine ne conta 832.
Voci nel vento
Nei giorni scorsi ha ricevuto visita da Marco Guardigli coordinatore di un team che ha creato a Ravenna un progetto per valorizzare il dialetto romagnolo. Il progetto si chiama “Voci nel vento” e ha ricevuto anche l’appoggio della Regione Emilia Romagna: «Siamo romagnoli – sottolinea Guardigli - abbastanza vecchi da ricordare tante cose che non ci sono più. Pazzi abbastanza da pensare di poterle preservare, convinti che sia importante. Così abbiamo creato un portale per salvaguardare il dialetto. Mi sono recato anche a casa di Sacchini perché è un esperto in materia. È inserito nel portale ad hoc, dove è pubblicata anche la copertina del suo lavoro epocale. Il progetto, infatti, ha un sito in fase di lavorazione, ma sono certo che servirà per preservare il dialetto, contrastando il tragico oblio della globalizzazione. È utile per noi e per i tanti turisti che apprezzano la Romagna e vogliono sapere. Siamo fieri di quel che siamo oggi, e di quello che eravamo ieri. Anche in questo “vento digitale” è fatto di parole e voci antiche».
L’autore dei dizionari
«Il dialetto ha arricchito la mia vita – sottolinea Sacchini – ho scritto con piacere i 4 dizionari e l’idea mi è venuta perché i miei nipoti Carlotta, Gianluca, Giorgia e Giulia mi chiedevano il significato di tante parole dialettali che loro non conoscevano. Nella mia vita, facendo il geometra ero sempre in mezzo a persone che parlavano il dialetto. Ogni volta che sentivo una parola diversa me l’annotavo. I primi dizionari sono andati esauriti, così ne ho fatto un quarto. Non per venderlo, ma per donarlo ad amici, amanti del dialetto e anche alle scuole di Savignano. Nell’ultima edizione ci sono circa 4000 parole, con traduzione in italiano, oltre a vari commenti e detti della tradizione. Ho sempre scritto tutto da solo direttamente a computer. Mi rammarica solo che non ci sarà una quinta edizione: l’età avanza e ora la vista è molto calata - poi conclude - nel mio piccolo, spero di aver contribuito a preservare il dialetto».