Santarcangelo, lo storico gestore del Museo del bottone: “Sogno l’Arcangelo d’oro”

«Il sogno più grande? Essere insignito dell’Arcangelo d’oro: ci spero ancora». A svelarlo è Giorgio Gallavotti, 89 anni il prossimo 28 dicembre, ossia il santarcangiolese doc che ha ideato e creato il Museo del bottone nella sua città. Una struttura che all’apertura contava quasi 8.500 esemplari mentre ora vanta «più di 15mila bottoni, dal 1600 ai giorni nostri, e un flusso di visitatori non inferiore alle 10mila presenze l’anno». La prima esposizione che ha curato Gallavotti è targata 1991 mentre la sede museale risale al 2008. Tra i pezzi più preziosi, menziona i bottoni della collezione giapponese SaT Suma, dei primi del Novecento, decorati a mano e impreziositi con oro zecchino. Ma ogni pezzo è degno di nota «perché racconta una storia».

Una realtà, quella del Museo, che affonda le radici nella merceria che la famiglia Gallavotti ha gestito nel cuore della città a partire dal 1929 e che poi si è espansa «ispirando tesi di laurea e musei analoghi fino alle lande più sperdute della Patagonia». Un risultato, lo definisce lui, frutto «di una comunicazione capillare con turisti e visitatori che hanno trasmesso la nostra esperienza attraverso tutti gli strumenti utili, incluse le piattaforme social». Questo significa, sintetizza , che i musei come il suo devono comunicare, oltre agli oggetti esposti, anche le emozioni accompagnando il turista «a sentirsi parte dell’ambiente che sta visitando». Fiore all’occhiello dell’esposizione sono «i bottoni di Papa Francesco, ma anche quelli degli astronauti Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano».

Il filo della storia

Ospite dal 2021 di una residenza per anziani a Igea Marina, Gallavotti continua a leggere e scrivere «con la consueta passione». L’ultima fatica uscita dalla sua penna, ma al momento non ancora in vendita, si intitola “Famiglia, viaggi, bottoni”. E mentre ripercorre a ritroso l’asola in cui ha indirizzato la sua vita, non nutre dubbi sul prossimo obiettivo. «Che il museo – è l’auspicio - continui ad avere successo». Anche il desiderio nel cassetto fa i conti con la sua Santarcangelo. «Sarei felice se ricevessi l’Arcangelo d’oro, (l’onorificenza che viene attribuita ogni anno dall’amministrazione comunale ai cittadini più illustri e meritevoli, ndr). L’ho sempre sognato – confessa -. E ci spero ancora».

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