Rimini, bolletta da 8mila euro: famiglia batte Hera in tribunale

RIMINI. Maxi bolletta da 8mila euro per una perdita occulta dell’acqua: Hera non sente ragioni, ma il Tribunale dispensa dal pagamento una famiglia santarcangiolese. «Per festeggiare faranno tante docce». L’avvocato Gianni Baietta commenta così la sentenza emessa dal Tribunale di Rimini il 18 novembre scorso (e divenuta definitiva dal 23 dicembre) che comporterà un’altra doccia, sì, ma davvero «fredda per Hera alla fine di un processo iniziato ad ottobre 2020». A finire nel mirino 17 bollette del triennio 2015-2018 che – spiega il legale – non sono mai pervenute ai suoi assistiti, «in quanto era sbagliato l’indirizzo indicato dalla multiutility». Motivo che ha reso impossibile alla coppia con tre figli rendersi conto dell’insolito conto. «Che alla fine è stato presentato tutto in una volta – prosegue Baietta – e non c’è stato modo di far ragionare la controparte prima della causa». Secondo l’azienda infatti l’ingente consumo contabilizzato dipendeva dalla rottura di una tubazione a valle del contatore che, durata negli anni, non permetteva di superare la soglia minima per rientrare nel fondo fughe, che avrebbe permesso di stornare parte degli importi. Al netto delle polemiche la perdita d’acqua in sè non era ingente ma «spalmata su tre anni ha comportato un balzo in avanti delle cifre, fino al raddoppio». Il fornitore idrico è giunto così a richiedere un decreto ingiuntivo ai danni della famiglia. La contromossa dei protagonisti è stata quella di citarla in giudizio con una serie di contestazioni tra cui la violazione del dovere di buona fede. L’epilogo? Il Tribunale di Rimini ha annullato le bollette emesse da Hera sancendo che nulla è dovuto da parte degli utenti. Solo la sostituzione del tubo, peraltro spesa irrisoria, è stata a carico dei santarcangiolesi. Per il resto nient’altro che buone notizie: non pagheranno neppure i normali consumi del fatidico triennio. «Hera non emetterà nuove fatture sui consumi effettivi che sono impossibili da calcolare», precisa l’avvocato che menziona la sentenza a cui ha fatto riferimento, ossia quella emessa dal Tribunale di Rimini e risalente al 2014, dove erano in ballo 20mila euro. La prima a livello nazionale, a cui ne sono seguite altre, finché a febbraio la «Cassazione ha fissato il principio per cui il fornitore idrico deve informare tempestivamente l’utente in caso di consumi anomali».

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