San Mauro, targa allo stadio per i 5 fratelli calciatori e mugnai, generosi in campo e a regalare farina a fine guerra
«Una ciotola di farina appena finita la guerra l’hanno sempre data a tutti». Queste le parole di Mauro Rossi, che insieme a Giuseppe Casadei ha promosso la realizzazione di una targa commemorativa in onore dei cinque fratelli Macrelli, storici personaggi di San Mauro, ai quali da anni è stato intitolato lo stadio. A inaugurare la targa all’ingresso del campo sportivo, prima del match contro la capolista Carpi, sono stati la sindaca Luciana Garbuglia e l’assessore Tiziano Bianchini, alla presenza dei vertici della Sammaurese calcio, Lorenzo Campinoti e Fabio Rossi, numerosi familiari e tanti ex calciatori giallorossi compagni di viaggio dei cinque fratelli Macrelli, come la stella della Juventus Gino Stacchini, Ettore Paglierani, Elio Pozzi e Attilio Ricci, l’unico ad avere giocato con tutti e cinque.
I cinque calciatori fratelli
L’effige del pannello spiega bene chi fossero i Macrelli: “Cinque fratelli, mugnai durante la settimana, leoni sui campi di calcio la domenica”. Questi i giocatori che hanno scritto importanti pagine di storia della Sammaurese, come la partecipazione nell’immediato dopoguerra in serie C: Marino Macrelli (Mareino) portiere, scoperto da un’istituzione nel Cesena Calcio come Fioravanti; Gilberto (Biagio), centravanti; Agostino (Cocco), mediano; Giuliano (Caco), mediano; (Manghèin), laterale destro, ricordato alcuni anni fa dall’ex commissario tecnico Azeglio Vicini, quando giocava con la maglia del Cesenatico. Della famiglia Macrelli facevano parte anche tre sorelle, Giuseppina, Franca e Martina, per una famiglia numerosissima.
Omaggio e ricordi
«Iniziative come queste sono fondamentali per tenere viva la memoria del paese - ha affermato la sindaca Garbuglia - e soprattutto per fare conoscere a sammauresi e tifosi che frequentano lo stadio i personaggi a cui è intitolata la struttura».
Anche Fabio Rossi ha preso la parola, per conto della Sammaurese Calcio, condividendo alcuni ricordi: «Quando eravamo bambini giocavamo vicino al loro mulino e ricordo le tozze che bonariamente ci venivano date, perché disturbavamo il loro lavoro. Parliamo di una San Mauro che non c’è più e che è bello ricordare».