Prevista forte crescita per la "Sergio Rossi" di San Mauro Pascoli

Il calzaturificio Sergio Rossi punta nel 2022 a realizzare un forte aumento del fatturato dello scorso anno. Lo storico marchio di calzature di San Mauro Pascoli, acquistato nel giugno scorso dai cinesi di Fosun che sono anche proprietari di Lanvin, punta a superare nettamente il fatturato di 60 milioni di euro.

Lo ha raccontato all’agenzia AdnKronos il confermato amministratore delegato Riccardo Sciutto, nei giorni scorsi a Milano per la presentazione della prossima collezione autunno-inverno. «È stato un 2021 molto bello - ha detto Sciutto -. C’è stato un cambio di proprietà, nuovi shareholders (azionisti, ndr) e soci e abbiamo registrato crescite fortissime sull’Asia e sull’e-commerce».

Si parte da questi punti fermi «insieme alla fabbrica di San Mauro Pascoli, che è un gioiello e che produce oltre mille paia di scarpe fatte a mano ogni giorno, anche per altri marchi. E che racchiude la nostra duplice anima: da un lato la capacità di innovare facendo pezzi d’arte e dall’altro di guardare al futuro».

Il marchio Sergio Rossi in tre mesi ha aperto 4 nuovi negozi e ha in programma di inaugurarne altri 8 nella sola Cina entro la fine dell’anno. «Abbiamo appena aperto un pop up store (negozio a tempo, ndr) bellissimo a Milano, in corso Matteotti - sottolinea Sciutto - che ogni 2 mesi presenterà qualcosa di nuovo, mentre apriremo a giugno inaugureremo un flagship (negozio di bandiera del marchio, ndr) in via della Spiga. Ripartiamo da Milano».

Il brand Sergio Rossi registra crescite significative in Giappone, dove è tra i marchi più forti per la calzatura, in Cina, Francia e Russia. E qui bisognerà vedere cosa succederà tra guerra e sanzioni.

Ma la traiettoria disegnata da Sciutto nei giorni scorsi rimane di ottimismo: «Realizziamo un prodotto inventato da Sergio Rossi 71 anni fa per far sognare le donne e io devo continuare a farle sognare. Se siamo diventati paladini di un messaggio positivo, anche assieme ad altri brand, a maggior ragione oggi occorre essere ancora più ottimisti».

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