San Marino, la moglie se ne va con il figlio in Albania, il padre la denuncia: “Partita con la scusa di una vacanza”

San Marino

Sottratto dalla madre e portato all’estero contro la volontà dell’altro genitore. È questo il calvario che sta affrontando un bambino di quattro anni e quattro mesi, nato a San Marino, dove risiede, mentre il suo papà lotta da mesi per riportarlo a casa. Una vicenda complessa e di non facile risoluzione che ha portato via la pace al 48enne (nomi e dettagli vengono omessi per tutelare la privacy del minore coinvolto). L’uomo, di origine albanese, è residente da molti anni sul Titano dove, grazie a sacrifici e tenacia, si era costruito un avvenire sicuro, diventando autista personale privato con tanto di contratto fisso. Finché aveva conosciuto una connazionale, presentata da una conoscenza in comune, di cui si era innamorato e ha deciso di formare una famiglia con lei. Un sentimento sfociato cinque anni fa nel matrimonio e coronato dall’arrivo di un bel bambino dopo circa un anno. Tutto sembrava girare sotto i migliori auspici, almeno sino allo scorso dicembre quando, racconta questo papà in preda all’angoscia, «mia moglie ha deciso di recarsi in Albania per le vacanze portando con sé nostro figlio con la scusa di fargli passare un po’ di tempo con i parenti». Premette che alla sua famiglia non mancava nulla e che aveva pagato volentieri di tasca sua anche gli avvocati per aiutare la donna «ad avere con sé i figli nati da una precedente unione durata una decina di anni» con un uomo che la donna definiva «violento». Tra un anno la connazionale, che al momento aveva un permesso di soggiorno dal Congresso, avrebbe ottenuto la residenza. Residenza che il loro bambino nato sul Titano aveva già.

Dolore infinito

«Non si può sempre penalizzare i padri - dice -. Soffro tutto il giorno, ho perso lavoro e casa per i continui viaggi in Albania. Di recente poi ho avuto un malore al volante perché il mio pensiero è fisso a mio figlio. Così, a causa delle lesioni riportate, mi hanno trasportato a sirene spiegate all’ospedale “Bufalini” di Cesena». Il peggio è che a decidere se e quando farlo parlare al telefono col figlio è l’ormai ex consorte. «Ho un video - dice tra le lacrime - in cui il mio bambino piange e dice che vuole tornare all’asilo. Mi spezza il cuore ogni volta che lo ascolto». Da qui l’avvio di una vera e propria battaglia legale, dove sarà supportato da un avvocato: già avviata una denuncia-querela penale dal Titano per sottrazione di minore.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui