San Marino. L’oblio oncologico diventa legge

San Marino

L’oblio oncologico è finalmente un diritto. È stato approvato per acclamazione dell’aula consiliare il progetto di legge presentato dall’Associazione oncologica sammarinese.

L’oblio oncologico

Da ieri, ogni persona guarita dal cancro non sarà più costretta a subire disparità di trattamento nell’accesso ai servizi bancari, finanziari e assicurativi, in materia di adozione, nell’accesso alle procedure concorsuali, al lavoro e alla formazione professionale e vedrà tutelata la sua privacy senza alcuna eccezione. Prima la procedura d’urgenza, poi il voto unanime dell’assemblea consiliare, con 50 preferenze per altrettanti consiglieri presenti, e infine l’onore dell’acclamazione.

Per la prima volta nella storia recente del Consiglio grande e generale, una legge di iniziativa popolare ottiene l’approvazione dell’intera aula parlamentare. Con l’approvazione di questa legge, spiegano dall’Aos (l’Associazione oncologica sammarinese), il nostro ordinamento si pone al pari dei Paesi più avanzati, in linea con le raccomandazioni del Consiglio d’Europa. Nel dettaglio sarà garantito il diritto all’oblio dopo 10 anni dalla fine del trattamento e fino a 5 anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei18 anni di età. Un notevole cambiamento dell’attuale approccio culturale in favore delle persone guarite dal cancro. Plauso al via libera arriva anche da Alleanza riformista. «Esprimiamo grande soddisfazione – si legge in una nota - per l’approvazione della legge sul diritto all’oblio oncologico, un traguardo fondamentale che pone fine a discriminazioni ingiuste e dolorose nei confronti di chi ha affrontato e superato una patologia oncologica. Con questa legge viene cancellato ogni atto discriminatorio nei confronti delle persone già colpite dalla malattia oncologica e si introduce un sacrosanto principio di uguaglianza».

Contributi agli hotel

Non tutto è oro quel che luccica e nel week-end non sono mancate le bordate, specie al ritiro dalla ratifica del decreto sulle “misure di sostegno per la riqualificazione delle strutture ricettive alberghiere”, che prevede l’accesso al credito agevolato, anche per mutui pregressi. Caustico Emanuele Santi, di Rete, che ha definito la situazione «vergognosa», ricordando che il decreto è in attesa di ratifica da oltre un anno ma nel frattempo è decaduto e poi è stato riemesso ben quattro volte senza permettere al Consiglio di esprimersi. Riflessione, la sua, condivisa da molti, e in senso bipartisan.

Terreni pubblici

Nella seduta precedente, quella di giovedì, aveva invece tenuto banco l’esame del Progetto di legge di iniziativa popolare “Disciplina delle alienabilità e concessioni dei terreni di proprietà pubblica”.

Scopo della proposta è quella di «uniformare la procedura delle concessioni sui terreni non agricoli a quella prevista per le alienabilità» e definita dall’attuale legge numero sei del 21 gennaio 2004. Le finalità sottese? Tutelare i terreni di proprietà pubblica, «considerando che non solo l’alienazione, ma anche la cessione a soggetti privati attraverso delibere di concessione ne annulla la natura di bene comune e ne può inficiare la libera fruizione da parte della popolazione». La legge intende inoltre ristabilire «un equilibrio democratico tra la funzione di indirizzo politico, che spetta al Consiglio, e il potere esecutivo che, invece, è a capo degli organi di governo e dunque del Congresso di Stato». Un tema, quello portato all’attenzione dei consiglieri, su cui interviene il Segretario di Stato per il Territorio, Matteo Ciacci: «Se un progetto è buono – tira le fila - non sempre ci deve essere una contrapposizione tra maggioranza e opposizione».

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