San Marino, chiodi e botte per l’accesso alla strada, tre condanne

San Marino

Litigio per l’accesso in strada, tre condanne. Non si è raggiunto l’accordo nella vicenda che nei giorni scorsi ha visto comparire tre sammarinesi davanti al commissario della legge Adriano Saldarelli. Tutto è nato nei mesi scorsi a seguito di una diatriba per l’accesso e il transito sulla via Piandavello, a Domagnano. In particolare un residente 79enne intendeva vietare il passaggio sulla strada che porta non solo alla sua abitazione ma anche a altre e all’Oasi Verde. Pur di avere l’ultima parola, l’uomo ha cosparso di chiodi la via, danneggiamento diversi veicoli. Non soddisfatto dei risultati, ha preso l’abitudine di filmare con il proprio cellulare chi passava dalla via, ma anche di corrergli dietro o sbarrare la strada mettendo di traverso la propria auto. Un atteggiamento che ha creato situazioni di pericolo e esacerbato gli animi, tant’è che due persone sono passate presto dagli improperi alle mani. L’accusa di minacce e di lesioni personali, a loro carico, è stata derubricata in percosse.

Pan per focaccia

La strada della discordia non ha visto una ricomposizione bonaria. La Procura fiscale ha chiesto la condanna del 79enne a 4 mesi e 500 euro di multa nonché di definire per gli altri imputati una condanna a una multa. Dal canto suo Rossano Fabbri, il legale dell’anziano, ha fatto presente che in passato esistevano dei cartelli che dichiaravano accessibile la strada solo a certi veicoli. Da qui la richiesta di assoluzione e il risarcimento per le percosse e offese subite dal suo assistito. Il difensore degli altri imputati, Alessandro Amadei, ha chiesto l’assoluzione e in subordine la pena nel minimo rimarcando come il 79enne effettuasse delle riprese con il telefonino senza permesso. Il processo si è concluso con la condanna dell’anziano a 6 mesi di prigionia, con la sospensione per 2 anni subordinata alla verifica dell’interruzione della condotta “di impedimento di accesso alla strada” con verifiche periodiche da parte della gendarmeria. Chi era accusato di percosse dovrà invece risarcire 500 euro al pensionato mentre l’altro imputato sborserà 100 euro per le minacce, più le spese di costituzione di parte civile.

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