“Pronto, chi parla?”: risponde al telefono, riagganciano e le rubano 600 euro, la truffa a San Marino

San Marino

Raggiro telefonica, 600 euro spillati a una sammarinese. A raccontare l’accaduto è la Guardia di Rocca da cui la donna si è recata a sporgere denuncia, dopo esser rimasta vittima della truffa nota come “Wangiri”. Un termine nipponico che equivale a “Uno squillo e riaggancio” e che impiega sistemi automatizzati per effettuare un gran numero di chiamate brevi in rapida successione a vittime potenziali. Lo scopo è indurre il malcapitato a richiamare il numero internazionale che in realtà prevede una tariffazione speciale che addebita costi esorbitanti ad ogni secondo. La chiamata, oltre al danno la beffa, viene fatta spesso di notte o in orario di lavoro, per aumentare le probabilità che il destinatario non riesca a rispondere e allarmato ricomponga subito il numero. Alla sammarinese, nel dettaglio, arrivavano spesso chiamate da numeri sconosciuti, un solo squillo alla volta, oltretutto dai prefissi oltre confine, dall’Irlanda alla Gran Bretagna passando per il Belgio. Numeri a cui la donna non ha mai risposto, subodorando l’inghippo, finché un giorno sovrappensiero ha richiamato l’ultimo utente a cui non aveva risposto e che, come d’abitudine, era rimasto memorizzato nel registro delle chiamate perse. Nonostante abbia interrotto la conversazione, appena ha sentito una voce straniera registrata, ormai era troppo tardi. Non tenere a bada la curiosità, le è costato caro. Alla risposta era partito una sorta di abbonamento o di servizio a pagamento che le è costato la bellezza di 600 euro. La storia in salsa sammarinese, se non altro, ha trovato il lieto fine perché la compagnia telefonica, appena visionata la denuncia, ha deciso di stornare la cifra dalla prossima fatturazione.

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