Il nome di San Marino e la truffa delle auto di lusso per le frodi: “Tuteleremo la nostra integrità”

San Marino

Uso fraudolento del nome di San Marino: «La Repubblica è parte lesa». Non si placa la bufera suscitata dalla recente operazione delle fiamme gialle italiane che hanno smascherato una frode fiscale nel settore dell’importazione di auto di lusso.

Dalle informazioni emerse, «risulta evidente che l’attività fraudolenta sia stata perpetrata attraverso la falsificazione di documentazione, attribuendo in modo fittizio la provenienza dei veicoli ad una società sammarinese rivelatasi inesistente». Si tratta, quindi, ribadiscono da Palazzo pubblico, «di un uso illecito e strumentale del nome della Repubblica, posto in essere da soggetti operanti al di fuori del territorio sammarinese».

Contromosse

Fari puntati dunque sui meccanismi di controllo definiti solidi e di scambio di informazioni a livello internazionale. A tal proposito negli ultimi mesi è stata intensificata la collaborazione con le autorità italiane «con particolare attenzione a settori sensibili quali l’automotive, il beverage (che vede già introdotte misure come il versamento anticipato dell’Iva) e l’e-commerce». A rimarcarlo sono i Segretari di Stato per le Finanze, Marco Gatti, e per l’Industria, Rossano Fabbri, che dichiarano: «Proteggere l’integrità del nostro sistema è una priorità assoluta, anche in vista dell’accordo di associazione con l’Unione europea». Sul tema interviene anche Alleanza riformista dicendo basta alle speculazioni e richiamando tutti «a un forte senso di responsabilità». L’auspicio è che episodi di questo genere «che ledono l’immagine del Paese e rischiano di danneggiare anche l’economia sana e regolare, non diventino terreno di speculazione politica o polemica strumentale».

La replica

Di tutt’altro avviso Rete che dalle fila dell’opposizione accoglie «con soddisfazione» la presa di posizione del Psd segnalando che ambiti a rischio frodi sono l’ultimo capitolo di una saga a cui bisogna imporre uno stop definitivo. Già nel prossimo Consiglio, Rete avanzerà quindi un progetto di legge denominato “Misure urgenti per la trasparenza e gli ammanchi contributivi e i fenomeni distorsivi dell’economia”.

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