Salute del cuore: la prevenzione passa anche dallo stile di vita

Salute & Benessere
  • 04 ottobre 2023

Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo ma la Federazione Italiana per il Cuore ricorda che circa l’80% dei decessi prematuri si può prevenire scegliendo uno stile di vita sano. Il 29 settembre si celebra la Giornata Mondiale per il Cuore e anche quest’anno gli Ospedali GVM Care & Research aderiscono all’iniziativa, mettendo a disposizione gratuitamente visite cardiologiche con ecocardiogramma.

«L’obiettivo è quello di promuovere il concetto di prevenzione, soprattutto attraverso colloqui che possano informare sul corretto stile di vita da tenere per scongiurare l’ipertensione, causa di ictus, infarti, insufficienza cardiaca e renale» spiega il professor Giancarlo Piovaccari, Responsabile di Cardiologia del Maria Cecilia Hospital di Cotignola. «Attualmente esistono strumenti tecnologici all’avanguardia - continua Piovaccari - che permettono in breve tempo e in maniera molto semplice di evidenziare un mal funzionamento del cuore e dell’apparato circolatorio. Abbiamo a disposizione, per esempio, bracciali, smartwatch, strumenti per misurare la pressione arteriosa che possono registrare per circa 30 secondi il battito cardiaco e di stabilire se una persona ha un ritmo cardiaco regolare oppure se soffre di aritmia tipo la Fibrillazione Atriale».

Un occhio di riguardo va dedicato all’ipertensione: «Misurare la pressione è fondamentale e ancor di più tenerla sotto controllo (valore ideale 130/80 mmHg). L’OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) ha pubblicato recentemente dei dati secondo cui dal 1990 al 2021 il numero di persone che soffre di ipertensione è praticamente raddoppiato passando da 660 milioni a 1 miliardo e 280 milioni». Dieta sana e un’attività fisica costante sono alcune delle misure da adottare per tenere la pressione controllata: «Una mancata attività fisica favorisce il diabete e l’obesità. Una serie di studi ha dimostrato che 10.000 passi al giorno sono protettivi per questi fattori; meglio se fatti in maniera continuativa e velocemente, ma è utile anche farne qualcuno in meno e magari mentre si svolgono altre attività, come il giardinaggio o i lavori domestici, per esempio. Poi oggi è facile sapere quanti passi si compiono grazie a quelle App che permettono di contarli, l’importante è evitare la sedentarietà».

Attenzione all’alimentazione: «Si dovrebbero prediligere i cibi vegetali, come frutta e verdura, riducendo il più possibile i cibi contenenti acidi grassi saturi come la carne di maiale, gli insaccati e anche il parmigiano reggiano che, sebbene contenga molte proteine, è comunque ricco di una quantità di grassi non trascurabile. Va benissimo mangiare la frutta secca, come mandorle noci e pistacchi, favolosi antiossidanti, che favoriscono il calo del colesterolo. La dieta deve essere orientata in maniera tale da ridurre quei grassi che poi si trasformano in trigliceridi e successivamente in colesterolo cattivo (colesterolo LDL), altro fattore di rischio che contribuisce, insieme al rialzo della pressione, allo sviluppo dell’aterosclerosi e quindi dell’infarto».

Esistono, inoltre, dei fattori di rischio che si intersecano con le cattive abitudini: «L’età, la familiarità, la genetica e il sesso sono elementi non modificabili che possono favorire lo sviluppo dell’ipertensione. Per quanto riguarda il sesso, è noto che dopo 10-15 anni dalla menopausa, una donna abbia le stesse probabilità di un uomo di soffrire di ipertensione, diabete ed ipercolesterolemia e di incorrere in una malattia coronarica cronica che, se non curata, può portare a gravi conseguenze, fino alla morte da infarto miocardico e da ictus cerebrale».

Fumo di sigaretta, diabete, obesità aggravano i rischi dovuti all’ipertensione arteriosa. «È stato dimostrato che il fumo di sigaretta raddoppia il rischio cardiovascolare nelle donne dopo la menopausa. Attualmente il diabete e l’obesità sono i due maggiori fattori di rischio che sono in crescita nella popolazione (come conseguenza della dieta e dell’inattività fisica) e perciò aumentano l’incidenza di complicanze cardiovascolari. In particolar modo, avere il diabete equivale ad aver già avuto un infarto; rappresenta quindi una sorta di handicap. Occorre perciò intervenire il più tempestivamente possibile con la terapia giusta, la dieta appropriata e l’attività fisica costante».

Sono soprattutto i giovani a doversi controllare: «A maggior ragione coloro che non sono malati devono sottoporsi a questo tipo di controlli e non solo le persone anziane o già in cura. Si pensi, per esempio, che già verso i 25 anni, specie se c’è una certa familiarità, il colesterolo dovrebbe essere tenuto sotto controllo: un valore di 180-200 a 30 anni (valore normale è 200) infatti è predittivo di un colesterolo che potrebbe arrivare ai 300 intorno ai 50 anni. Ogni anno il colesterolo in eccesso si accumula nelle arterie e diventa un fattore di rischio per la malattia aterosclerotica, dalla quale possono scaturire ictus, infarti, insufficienza renale e cardiaca».

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