La rivoluzione dell’assistenza territoriale ha preso forma
Prende forma la rivoluzione dell’emergenza. Dopo l’entrata in funzione nei giorni scorsi dei Cau di Ravenna, San Piero in Bagno e Santa Sofia attualmente sono 8 le nuove strutture di assistenza e urgenza in Romagna, a cui si aggiungono quello di Imola (che ha aperto i battenti il 21 dicembre scorso) e quello di Novafeltria che verrà inaugurato lunedì prossimo. Si tratta di strutture che fanno capo alle Cure primarie, con medici di assistenza primaria e infermieri pronti ad accogliere e assistere - 7 giorni su 7 in accesso diretto - pazienti con problemi di salute urgenti, episodici a bassa complessità.
A fare da apripista, con l’inaugurazione del 18 dicembre scorso, sono stati i Cau di Cervia e Cattolica, due strutture sanitarie che hanno rappresentato un’evoluzione dei Punti di primo intervento territoriali e che sono diventate punto di riferimento per cittadini e turisti. L’Ausl Romagna già da tempo (a Cervia nel settembre 2020 e a Cattolica dal luglio 2022) ha avviato queste due esperienze di riorganizzazione diventate pilota a livello regionale del modello per la gestione territoriale dei codici a bassa complessità. Al varo ufficiale sono seguite le aperture di Santarcangelo, Cesenatico e Mercato Saraceno poi appunto Ravenna, San Piero in Bagno e Santa Sofia. L’obiettivo dell’Ausl Romagna è arrivare all’apertura di 21 Cau su tutto il territorio romagnolo entro il 2025 per assicurare una risposta in tempi celeri a problematiche sanitarie non urgenti e alleggerire così la pressione su ospedali e pronto soccorso.