L’osteoporosi, i rischi e la salute delle ossa. Come prevenire le fratture

Salute & Benessere
  • 31 maggio 2024

RAVENNA. Con il passare degli anni una delle modifiche che il nostro corpo subisce è la lenta perdita di massa scheletrica che rende le ossa più sottili e quindi fragili. Questo processo può essere accelerato da alcune patologie, da farmaci, comportamenti e abitudini sbagliate. Quando porta a una rarefazione eccessiva dell’osso, si ha a che fare con l’osteoporosi: una vera e propria malattia cronica che comporta un elevato rischio di fratture. Le rotture del polso, del femore o delle vertebre sono le più comuni conseguenze e troppo spesso la avvisaglia di questa patologia. Per fortuna, con una diagnosi precoce, un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano queste problematiche possono essere curate, prevenute o attenuate. A parlarne è il dottor Salvatore Ariano, endocrinologo di Ravenna 33 con un particolare interesse nell’osteoporosi e nella patologia tiroidea benigna e maligna.

Che cos’è l’osteoporosi?

«Secondo la definizione dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa massa ossea e da alterazioni architetturali, che portano a un aumentato rischio di fratture».

Come si può diagnosticare?

«La Moc, mineralometria ossea computerizzata, è l’esame di primo livello. Consente di misurare la densità dell’osso in alcuni siti di interesse, come il femore e la colonna lombare. Una ridotta densità ossea è legata a un maggiore rischio di frattura, ma non è l’unico fattore da considerare. Non bisogna dimenticare che tutti i pazienti che hanno subito in passato fratture spontanee o a basso trauma sono a rischio di svilupparne di nuove, indipendentemente dalla massa ossea. Inoltre, ci sono malattie, farmaci o abitudini sbagliate che possono incrementare il rischio di fragilità. È necessario quindi un inquadramento clinico e anamnestico completo per scegliere la strategia di prevenzione o trattamento più adeguata».

Con l’aumentare dell’età, una certa riduzione della massa ossea è fisiologica...

«Malgrado la sua durezza e resistenza, l’osso non è un tessuto statico, ma si modifica di continuo e di continuo si ripara. Ciclicamente il tessuto osseo più vecchio viene rimosso per essere sostituito con altro tessuto più giovane. Ogni anno circa il 10% della nostra massa ossea complessiva si rinnova. Il nostro scheletro raggiunge il picco di massa ossea, in termini di quantità e densità, intorno ai 25-30 anni, poi si mantiene stabile per molti anni, per declinare nelle donne con la menopausa e negli uomini dopo i 60 anni. Quando questo declino è più precoce o più veloce porta all’osteoporosi che è una vera e propria patologia cronica».

È corretto dire che le donne siano più a rischio osteoporosi rispetto agli uomini?

«Sì, le donne sono a maggior rischio di sviluppare osteoporosi e fratture. La perdita di massa ossea avviene prima e inizia già nel periodo pre-menopausale. Si stima che in Italia 1 donna su 3 sopra i 50 anni sia affetta da osteoporosi. Non bisogna però trascurare l’osteoporosi nel maschio che colpisce una parte rilevante della popolazione oltre i 60 anni, fino a 1 uomo su 5. Spesso, purtroppo, non viene diagnosticata per tempo e molte volte la prima manifestazione è una frattura da fragilità».

Quali altri fattori possono favorire l’osteoporosi?

«Molte condizioni, alcune delle quali estremamente comuni, hanno un impatto negativo sulla salute dell’osso. Le più importanti sono la menopausa precoce, il diabete, l’insufficienza renale, le malattie reumatiche e infiammatorie, la bronchite cronica, la celiachia, i disturbi alimentari come l’anoressia e molte patologie endocrinologiche tra cui l’ipertiroidismo e l’iperparatiroidismo. Anche la terapia prolungata con cortisone e alcuni farmaci utilizzati per prevenire le recidive da carcinoma mammario, inibitori dell’aromatasi, hanno un impatto considerevole. Il rischio aumenta con la familiarità per fratture, nei fumatori e con l’abuso di alcol».

Quali sono i primi sintomi dell’osteoporosi?

«Spesso nessuno, l’osteoporosi è una malattia cronica silente. Il primo sintomo può essere la frattura ossea spontanea o con minimo trauma. Per questo è fondamentale la diagnosi precoce con la Moc nelle donne dopo la menopausa e negli uomini sopra i 60 anni con fattori di rischio. Occorre poi completare l’inquadramento con la raccolta di una storia clinica completa ed esami del sangue specifici».

Quanto sono comuni le fratture ossee?

«Molto. Circa il 40% della popolazione incorre nella vita in almeno una frattura di femore, polso o vertebre. La maggior parte delle fratture avviene dopo i 65 anni. La più temibile, quella di femore, porta nell’anziano a un aumento della mortalità e un elevato rischio di disabilità: solo il 30%-40% degli anziani riesce a tornare a una autonomia simile a quella di prima della frattura».

La prevenzione è dunque fondamentale. Qualche consiglio pratico?

«Innanzitutto, condurre uno stile di vita sano abolendo il fumo e l’eccesso di alcolici. Controllare il peso corporeo evitando l’obesità, ma anche la magrezza eccessiva. Praticare regolare esercizio fisico: mantenersi in movimento rafforza l’osso e anche la muscolatura. Prevedere un adeguato apporto di calcio con l’alimentazione facendo attenzione a non eccedere con i grassi che possono aumentare il colesterolo. Non solo latte, latticini o formaggi ma anche le acque minerali più ricche di calcio (>150mg/L) possono contribuire. Se l’apporto alimentare non è sufficiente, può essere necessario assumere integratori a base di vitamina D o calcio che aiutano la mineralizzazione dell’osso. Nel paziente anziano e fragile è fondamentale prevenire le cadute eliminando ostacoli e tappeti mobili e prevedendo ausili per la deambulazione».

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