Curare con l’agopuntura: le patologie più trattate a livello ospedaliero

Salute & Benessere
  • 14 giugno 2024

«L’agopuntura in Italia è un atto medico - spiega il dottor Armando Criscuolo, anestesista e rianimatore all’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì - che viene utilizzata per il trattamento di varie patologie, anche a livello ospedaliero, ed è riconosciuta per la sua azione antidolorifica, antinfiammatoria, ormonale e immunologica».

Si tratta di una tecnica terapeutica dalle origini antiche: «’E’ un metodo di cura che risale a più di 2000 anni fa e che pone le sue radici nel pensiero filosofico cinese, secondo il quale ogni persona è parte integrante del mondo che lo circonda. Si basa su una visione olistica, nella quale l’uomo viene considerato come un’entità inscindibile inserito in un sistema definito cielo-terra, dove per cielo si intende la parte irrazionale, quella psichica e spirituale, mentre la terra rappresenta la struttura corporea e materiale. Lo stato di salute dipende proprio dall’equilibrio tra psiche e corpo».

L’agopuntura è una delle pratiche di un metodo più complesso: «L’agopuntura viene utilizzata per il trattamento di varie patologie - continua il dottor Criscuolo - e rappresenta un sistema terapeutico e diagnostico che comprende diverse discipline, come la moxibustione, la dietetica, il massaggio, la fitoterapia e varie tecniche di ginnastica come il Tai chi chuan e il Qi gong».

Mediante la ricerca si sono ottenuti molti risultati rispetto alla sua efficacia ed è entrata così a far parte di vari ambulatori ospedalieri, soprattutto per quanto riguarda il trattamento del dolore: «Nel 2014, la regione Emilia Romagna ha inserito l’agopuntura nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), facendola diventare così, una prestazione erogabile dal Sistema sanitario nazionale per due patologie in particolare, la lombalgia e la cefalea. Questi due disturbi concorrono tra le cause più frequenti di disabilità ad elevato impatto socio-sanitario, sia per i costi diretti (esecuzione di esami diagnostici e acquisto di farmaci) che indiretti (perdita di giornate lavorative, ridotta efficienza produttiva), senza contare quelli di natura psicosociale, riconducibili all’impatto emotivo che la malattia può provocare in termini di ansia e depressione sia nell’individuo che nei familiari che convivono con il paziente».

La tecnica dell’agopuntura consiste nella stimolazione di particolari zone cutanee con degli aghi molto sottili e sterili al fine di provocare degli effetti che portino a un riequilibrio delle funzioni dell’organismo: «Su questi punti, che si trovano lungo i meridiani (canali di energia che scorrono lungo tutto il corpo) e che collegano varie parti del corpo sia a livello superficiale che profondo, vengono inseriti degli aghi per 15-30 minuti, che mediante la loro stimolazione, suscitano una sensazione di calore, tensione e pesantezza che si irradia anche nelle zone limitrofe lungo il percorso del meridiano, in grado di provocare degli effetti sia a livello locale che cerebrale».

L’agopuntura è utilizzata all’ospedale di Forlì soprattutto per l’efficacia contro il dolore: «Nel corso degli ultimi decenni sono stati pubblicati tantissimi studi scientifici, che ne hanno messo in evidenza l’effetto antalgico, ottenuto soprattutto mediante due meccanismi. Uno riguardante il blocco della trasmissione del dolore a livello del midollo spinale, quindi prima che il segnale dolorifico possa raggiungere le strutture cerebrali e se ne possa avere la consapevolezza (l’agopuntura va ad attivare a livello spinale dei neuroni detti interneuroni inibitori che funzionano come una sorta di cancello che si chiude, andando a bloccare e a diminuire la trasmissione del segnale). L’altro meccanismo concerne la produzione di oppioidi endogeni di diverso tipo a seconda del tipo di manipolazione esercitata dall’ago. La stimolazione può essere amplificata dall’elettroagopuntura, cioè una stimolazione elettrica degli aghi a basse frequenze (2 o 4 Hertz) o a frequenze maggiori (a 100 Hertz) che determinano la produzione di diversi tipi di oppiacei con analgesie dagli effetti diversi».

Al “Morgagni-Pierantoni” si accede alle prestazioni di agopuntura mediante impegnativa del medico di medicina generale per visita antalgica: «Si accede all’ambulatorio antalgico, e successivamente il paziente viene indirizzato all’ambulatorio di agopuntura. Una volta giunti in ambulatorio viene fatta l’anamnesi e indagato il sintomo in una concezione globale, quindi viene considerato all’interno di tutta la condizione clinica del paziente e successivamente scelti i punti di agopuntura da trattare. Le sedute saranno all’incirca 6/8 a cadenza settimanale, anche se la somministrazione può variare da caso in caso. Vista la complessità delle due patologie, le cefalee e la lombalgia, è stato fondamentale sviluppare una strategia basata sull’interdisciplinarità, finalizzata non solo alla risoluzione del dolore, ma anche al ripristino della capacità di svolgere le normali attività di vita quotidiane, al recupero del benessere psicologico e al ripristino del sonno, spesso disturbato in queste due condizioni. Nello specifico, abbiamo consolidato in questi anni all’ospedale di Forlì una stretta collaborazione con l’ambulatorio cefalee e l’ambulatorio antalgico, al fine di creare una rete per offrire al paziente una terapia multimodale e per ottenere una maggiore efficacia. Parlando di agopuntura non si parla più di una medicina alternativa, ma di una medicina complementare che agisce in sinergismo con i trattamenti medici tradizionali».

Ulteriori studi ne validano l’efficacia anche su altre patologie: «Una su tutte, l’emicrania. Si è visto come l’agopuntura vada a modulare i livelli del Cgrp, cioè del peptide correlato al gene della calcitonina, che si è visto avere un ruolo molto importante negli attacchi di emicrania. Un altro effetto importante è quello relativo alla sfera psico-emotiva, in particolare su disturbi come ansia, depressione e insonnia, mediante la produzione di serotonina. E ancora se ne attesta l’effetto trofico, in quanto l’agopuntura determina una vasodilatazione cutanea e un rilassamento muscolare andando a stimolare persino il sistema immunitario»

Le evidenze scientifiche ne mettono in luce gli effetti dell’agopuntura su tantissime malattie: «Già l’Organizzazione mondiale della sanità nel ‘79 aveva dichiarato l’agopuntura clinicamente utile per 60 patologie. Negli ultimi tempi si confermano riscontri persino per contrastare gli effetti collaterali delle terapie oncologiche e nella riabilitazione post ictus. Va chiarito che questa pratica non viene utilizzata per trattare patologie organiche (ad esempio i tumori) e che agisce molto bene sulle malattie funzionali (riguardanti organi e apparati)».

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