Romagna terra di lupi, parola di Eraldo Baldini
L’etnografo e antropologo culturale Eraldo Baldini (Russi, 1952) torna in libreria con un nuovo saggio edito dal Ponte Vecchio in cui aggiunge un altro tassello al suo decennale lavoro sull’approfondimento del rapporto millenario che lega i romagnoli al territorio in cui vivono.
Collegando cronache dell’epoca, documenti d’archivio, testi manoscritti e a stampa, lo studioso – dopo aver pubblicato saggi sulla relazione che si è creata tra il popolo di Romagna con il mare, con i terremoti, con il clima, con le carestie e le epidemie, con i fenomeni osservabili in cielo – mantiene l’attenzione focalizzata sulla natura, restringendo la lente sul legame fra uomo e lupo.
Terra di lupi
“Uomini e lupi in Romagna e dintorni” – che si avvale del prezioso supporto del coautore Marco Galaverni, dottore di ricerca in Biodiversità ed Evoluzione all’Università di Bologna – è un affascinante excursus finalizzato ad analizzare l’evoluzione che, attraverso i secoli, ha interessato il rapporto tra esseri umani e lupi, evidenziando come il lupo sia entrato nell’immaginario umano, popolandone miti e fiabe, narrazioni e leggende.Il testo assume particolare rilevanza soprattutto in questi ultimi tempi, in cui spesso le pagine di cronaca propongono articoli che raccontano di quanto il lupo sia sempre più presente in pianura, nei boschi e sui crinali montani, fino a giungere nei pressi dei centri abitati e minacciare così gli allevamenti e le attività umane. Anche se in realtà i rischi per l’uomo sono pressoché nulli e quelli per il bestiame assai contenuti, è innegabile che negli ultimi anni la limitazione delle zone di caccia, l’estensione delle aree protette, la ripopolazione boschiva di grandi ungulati abbiano creato condizioni favorevoli a nuovi insediamenti di branchi, ma questo fatto deve necessariamente essere indagato alla luce di dati scientifici e storici capaci di sfatare eccessivi timori.
Una relazione antica
Gli studiosi analizzano anche la particolare situazione della nostra regione che, così ricca di aree boschive come le zone delle Foreste Casentinesi, ha fornito al lupo la possibilità di non scomparire mai del tutto dal nostro territorio, evitando così, se non in casi estremamente rari, di avventurarsi in aree altamente antropizzate come è invece accaduto in altri territori italiani ed europei.Ecco allora che il libro è utile per raccontare e ricollocare l’antica relazione uomo-lupo lupo in Romagna e dintorni, legame che viene riportato a partire da un’approfondita ricerca storico-documentaria, impreziosita da bellissime immagini.
Tra le pagine del saggio – lontanissimo dal voler offrire un’immagine edulcorata di un animale che invece viene restituito al lettore nella sua meravigliosa natura libera e ferina – gli autori ci accompagnano alla scoperta dell’eccezionale predatore, infallibile, socialmente iper organizzato, che nei secoli ha saputo adattarsi ai mille cambiamenti climatici e storici portati dall’essere umano.
L’ottica rinnovata tiene conto delle effettive frizioni che si sono verificate tra le due specie, ricollocandole però nel contesto storico, sociale ed economico dell’espansione umana.