Vacanza in Romagna al B&b, stop al check-in da remoto: “Giusto, ma per adeguarsi serve tempo”

La stretta sulle sempre più usate keybox e pulsantiere, utilizzate per consentire ai turisti di procedere con il self check-in quando si arriva in un appartamento senza la presenza del gestore, si è abbattuta sul mondo degli affitti brevi. Un settore in fermento che alle prime avvisaglie, al G7 Turismo del mese scorso, aveva messo in essere le prime manifestazioni di protesta. Ora una nuova circolare del Viminale ha sancito il colpo di spugna sull’identificazione da remoto automatizzata degli ospiti spiegando che non soddisfa i requisiti previsti dalla legge e ribadendo l’obbligo dei gestori di dare alloggio esclusivamente a persone munite di documento d’identità e di comunicare le generalità degli ospiti alle questure territorialmente competenti entro le 24 ore successive.

Le perplessità

Un provvedimento che non ha trovato grossi oppositori nel merito - la più decisa è stata l’associazione Italiana Gestori Affitti Brevi-Aigab - ma ha sollevato qualche perplessità nelle modalità. Anche in Romagna.

A esprimerle è soprattutto il delegato al turismo della Confartigianato provinciale di Ravenna Giovanni Rocchi. «L’associazione dei B&B e Room & Breakfast associa una sessantina di strutture, la maggior parte nel centro storico, ma la nostra tipologia preminente è quella dell’attività familiare in cui il check in avviene in presenza. La norma è in gran parte corretta, perché fino a ora ci si trovava a combattere la concorrenza sleale di chi faceva tutto da remoto in un mondo in cui alberghi e strutture ricettive hanno sempre fatto del check in un punto di forza pagandone il costo. Senza considerare i rischi per la sicurezza, l’antiterrorismo e aspetti del genere perché le segnalazioni alle Questure non sono così puntuali e la verifica dei documenti è più lacunosa. L’unico aspetto un po’ negativo è che non ci sono stati un processo di condivisione o una definizione dei tempi come ad esempio è avvenuto per il Cin, il Codice identificativo nazionale che ha aiutato a rendere più corretto il conteggio delle presenze e per cui si è concesso un anno per adeguarsi: quello che chiediamo è di dare ai titolari delle strutture la possibilità di uniformarsi, perché non si riesce a organizzarsi dall’oggi al domani e tutti devono avere gli stessi strumenti e gli stessi obblighi».

«Stesso trattamento»

«Per tanti anni da vicepresidente Confcommercio ho gestito il turismo e già sette-otto anni fa è esploso il problema della messa in regola degli affitti brevi. Se li si fa con gli stessi requisiti dell’albergo va bene, altrimenti si crea una disparità di diritti e doveri. I B&B ci sono da una vita ma devono sottostare a una disciplina certa», si limita a commentare da Rimini l’avvocato Alberto Fabbri.

Esprime piena soddisfazione la presidente dell’Associazione Albergatori Patrizia Rinaldis: «è una decisione sacrosanta, finalmente si va verso l’equiparazione di quelle che sono attività turistiche a tutti gli effetti alle vere attività turistica: va benissimo che esistano gli affitti brevi ed è oramai palese che diano risposte ricettive, ma devono garantire la sicurezza dell’ospite e le regole di base. Si va a una regolamentazione corretta e giusta. Anche in albergo possiamo fare il check online, ma abbiamo l’obbligo di chiedere il riconoscimento attraverso il documento, perché nei B&B non si dovrebbe farlo con il rischio che può entrare chiunque? La sicurezza di sapere chi c’è in casa deve venire prima di tutto. Non sono più situazioni saltuarie, ma una offerta turistica vera e propria e come tale deve essere inserita in una regolamentazione collettiva. In tv ho sentito una proprietaria dire “se devo stare lì non mi conviene più”, scommettiamo che con questa stretta si liberano abitazioni e si risolve anche un problema sociale visto che diversi diranno che non gli conviene più? E stiamo parlando solo dei regolari...».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui