Università di Bologna, immatricolazioni: crescono Forlì e Ravenna, calano Cesena e Rimini

Rimini
  • 08 febbraio 2024

Dopo anni di vento in poppa, con una crescita vertiginosa degli iscritti, l’Alma Mater di Bologna si è assestata ormai su una velocità di crociera costante. E al governo dell’Ateneo va bene così. “Non ci interessa la rincorsa ai grandi numeri: pensiamo prima alla qualità”. A dirlo è il rettore Giovanni Molari, che questa mattina a Palazzo Poggi ha presentato i dati delle immatricolazioni per l’anno accademico in corso. Nel 2023-2024 si registrano 26.000 nuove iscrizioni, a cui se ne aggiungono altre 700 in corso di perfezionamento da parte di studenti internazionali, a fronte delle 26.300 matricole dell’anno scorso. Dati dunque in linea fra loro. “Ci siamo stabilizzati su numeri equilibrati”, commenta Molari. Non a caso, sottolinea il rettore, su 84.000 domande di iscrizione (+3% rispetto all’anno scorso) e quasi 60.000 candidati alle prove di ammissione (+2%), i nuovi ingressi rimangono intorno a quota 26.000 studenti. “Dobbiamo puntare sulla qualità, non sui numeri - insiste Molari - perchè dobbiamo avere spazi adeguati. Diciamo che abbiamo ammortizzato l’aumento fuori controllo del periodo Covid e ora abbiamo numeri che riteniamo per noi adeguati”. Negli ultimi anni, rileva ancora il rettore, “abbiamo attivato anche tanti corsi nuovi, perchè avevamo margini per farlo”. Quest’anno invece le novità riguardano solo due magistrali: ‘Global cultures’ e ‘Ingegneria nautica’ a Forlì. “Prima di aumentare il numero dei corsi di laurea vogliamo avere gli spazi idonei - ribadisce Molari - è una questione di serietà e di rispetto nei confronti degli studenti”.

Crescono Forlì e Ravenna, calano Cesena e Rimini

Rispetto alle varie sedi dell’Alma Mater, le immatricolazioni quest’anno risultano in lieve calo a Bologna (-3%) e altalenanti tra i vari Campus della Romagna: Ravenna +3%; Cesena -3%; Rimini -8%; Forlì +16%. Per la Romagna si tratta per lo più di variazioni di alcune decine di studenti rispetto all’anno scorso, tranne a Forlì dove si parla di 400 studenti in più: un centinaio a Medicina, gli altri soprattutto legati all’eliminazione del numero chiuso a Sociologia. Il calo a Bologna è invece nell’ordine di 200 matricole in meno. “Su circa 19.000 - precisa Molari - non siamo preoccupati”.

Si tratta più che altro di flessioni in alcune lauree triennali, spiega il rettore, “dove comunque i numeri erano troppo alti”. Non sfugge però che sotto ci sia pure un tema economico, alla base anche del calo del 15% di studenti provenienti dal Sud Italia. Un dato, quest’ultimo, legato all’incremento diffuso delle immatricolazioni negli atenei del Meridione. “È verosimile che sia spinto dall’aumento dei costi, degli affitti e dei trasporti - conferma Molari - la difficoltà di trovare casa a Bologna può avere avuto questo effetto. Speriamo che gli sforzi che stiamo facendo portino a una mitigazione del problema nei prossimi anni”.

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