Turismo nautico, le rotte storiche come i vecchi cammini dei pellegrini per attirare turisti stranieri e italiani

Rimini

RIMINI. Le rotte nautiche come i cammini dei pellegrini. La Rotta del sale lungo la costa fra Porto Recanati e Comacchio occasione di offerta e scoperta turistica come la via Francigena o il Cammino di Santiago. La Regione Marche chiede di collaborare con l’Emilia-Romagna. Al Ttg di Rimini il turismo nautico cerca nuove strade per affermarsi. Fra il 2022 e il 2023 si è completato il progetto Viaggio Italiano Scopri dove ti Porto inserito all’interno di un progetto più grande del Ministero del Turismo nel quale la Regione Marche è stata capofila per l’outdoor. In questo ambito il turismo nautico è stato declinato in 17 itinerari attorno ai mari italiani, ognuno con una valenza storico culturale. «Si tratta di un’opportunità eccezionale - spiega Paola Marchegiani, dirigente del settore Turismo della Regione Marche, intervenuta ieri in un convegno alla fiera riminese del turismo -. Le rotte nautiche sono come i cammini, come la via Fracigena, come il Cammino di Santiago de Compostela. Ripercorrono esperienze fatte nella storia».

Dopo la suggestione che ha prodotto materiale con immagini, rotte e altre indicazioni, ora si punta a creare trenta itinerari dell’entroterra a partire dai porti del progetto. La Romagna in tal senso è legata dalla Rotta del Sale che tocca i porti di Porto Recanati, Numana, Ancona, Fano, Rimini, Cesenatico, Marina di Ravenna e Porto Garibaldi. L’idea è suggestiva ma va sviluppata. «L’auspicio - continua Marchegiani - è quello ora di proseguire anche con il ministero affinché ci sia una fase successiva. Con l’Emilia-Romagna è ovvio che vogliamo collaborare perché queste rotte sono sovraregionali. La volontà è quella di coinvolgere le società di charter per tradurre in proposte concrete queste rotte con tutto ciò che attiene poi alle visite nei luoghi che gravitano sui porti». Il 35% dei diportisti, è stato detto ieri, sceglie i porti di destinazione per quello che offre l’entroterra. «I porti sono porte di accesso ai territori - spiega il vicepresidente vicario di Assonautica, Francesco Di Filippo -. Sono convinto che in dieci anni il turismo nautico avrà uno sviluppo così come è stato negli ultimi anni per il turismo della bicicletta».

E anche il vice presidente dell’Associazione turismo nautico Astuna, Marzio Cuoco, chiede che dalla teoria si passi alla pratica. «Bene gli itinerari ma ora c’è bisogno di trasformarli in pacchetti, in proposte concrete per i turisti italiani e i turisti stranieri. Vanno però coordinati il codice della navigazione con quello del turismo. Lo skipper deve diventare tour leader. Dobbiamo trasformare il diportista in turista nautico».

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