Trump e lo spettro dei dazi Usa. L’esperto: “Ma la qualità dei prodotti riminesi negli Usa non si trova”

Rimini
  • 26 gennaio 2025

Dall’elezione di Trump ad oggi, il tema più dibattuto è stato quello dell’aumento dei dazi. Tasse doganali che il presidente degli Stati Uniti vorrebbe applicare, fino ad un +10%, sui prodotti europei. Italiani compresi. Col risultato di alimentare timori e preoccupazioni tra le aziende esportatrici, come, appunto, quelle riminesi. «Io non sarei così pessimista - sdrammatizza, però, Lucio Miranda, titolare di Export Usa, società specializzata negli investimenti da effettuare in America, con uffici a Rimini e New York -. Intanto, non sono sicuro che Trump questo aumento dei dazi lo applicherà. Perché potrebbe essere solo un’operazione politica di facciata per spingere i Paesi europei ad accettare il dialogo bilaterale. Ogni Stato, cioè, si accorda con l’altro su determinati temi economici». Insomma, il tentativo di spaccare l’unità europea. «Sì, alla fine credo che sia proprio questo l’obiettivo. Per questo credo che il legame che Meloni ha con Trump possa avvantaggiare l’Italia. Qualora i dazi dovessero essere ritoccati in alto». In cambio di che cosa, però?, c’è da chiedersi. Perché quanto promesso in campagna elettorale dal tycoon non prevedeva differenziazioni da Paese a Paese. «Penso che la posta, in un’eventuale negoziazione bilaterale, sia quella del gas - puntualizza Miranda -. Tu, Italia, compri il gas liquefatto americano e io, Stati Uniti, non aumento i dazi sui tuoi prodotti».

La prospettiva per il territorio

In gioco, però, c’è una bella fetta dell’economia riminese. Visto che, dal report 2024 della Camera di commercio, emerge che, nel periodo gennaio-settembre, le esportazioni delle aziende della provincia di Rimini (pari a 2.246 milioni di euro) erano scese del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. E un eventuale aumento delle tasse doganali, con conseguente aumento del prezzo al consumo del prodotto finale, potrebbe determinare un ulteriore forte calo. Soprattutto negli Usa dove l’esportazione dei prodotti della Riviera lo scorso anno aveva già segnato un -15,6%. «Intanto, bisogna vedere se i prodotti delle aziende riminesi possono essere sostituiti da quelli americani. Visto che l’alta qualità dell’abbigliamento, dei prodotti alimentari, della cosmetica e dei macchinari per alimenti, che sono i punti di forza della produzione riminese, non credo che in America sia la stessa. Per cui se il prodotto è buono viene comunque acquistato, anche a prezzi superiori. E poi, ripeto, vediamo cosa deciderà Trump». Va però detto che il tycoon durante il suo precedente mandato i dazi all’Italia li aveva aumentati, ma solo sul parmigiano reggiano e sugli alcolici, «che furono, poi, cancellati da Biden».

Il suggerimento

Conclude allora l’imprenditore riminese: «Avrei un suggerimento da fare ai nostri imprenditori: se dovessi puntare su un prodotto da esportare in America punterei sui droni per uso militare, visto che il Pentagono, dopo il successo che questi mezzi aerei hanno avuto durante il conflitto russo-ucraino, ha aumentato il budget a disposizione per il loro acquisto».

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