Truffa dei bonus vacanze e soggiorni fantasma, a Rimini indagati dalla Finanza 10 tra albergatori e imprenditori turistici VIDEO

Rimini
  • 14 agosto 2024

Dieci persone tra albergatori e imprenditori del settore turistico indagati a vario titolo dalla Guardia di Finanza di Rimini per associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nei giorni scorsi i finanzieri, diretti dal comandante provinciale della Finanza, colonnello Alessandro Coscarelli, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura romagnola effettuando, con l’impiego di oltre 50 militari, 15 perquisizioni in tutta la provincia nei confronti di 7 degli indagati. Congelati valori mobiliari e immobiliari per oltre un milione di euro. Il sequestro ha riguardato, inoltre, società che gestiscono 7 note strutture alberghiere della riviera romagnola. Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati e sottoposti a sequestro ingenti somme di denaro in contanti, orologi di lusso e gioielli. Tutta l’indagine ruota intorno ad una truffa per ottenere il “bonus vacanze”, l’incentivo con lo scopo di sostenere il settore turistico colpito duramente nel periodo pandemico.

Bonus vacanze per soggiorni mai avvenuti

Secondo quanto ricostruito nelle indagini, gli alberghi avrebbero incassato bonus vacanze per soggiorni mai avvenuti in base ad un meccanismo preciso: il metodo per ottenere gli sconti fiscali dallo Stato prevedeva il trasferimento dei “bonus vacanze” attraverso l’utilizzo delle diverse piattaforme social. I codici, così trasferiti, venivano “scaricati” dalle strutture alberghiere per soggiorni “fantasma” in realtà mai avvenuti ed utilizzati in compensazione delle imposte o cedute a fornitori quale credito d’imposta. I riscontri sono stati particolarmente tecnici: dal controllo a tappeto dei social network ai numerosi dettagli della funzionalità alberghiera andando persino a rilevare i flussi di energia elettrica erogati nelle singole strutture cosi da comprovarne la non operatività nei periodi in cui i bonus erano risultati “incassati”. Talune strutture ricettive risultavano addirittura chiuse per effetto di provvedimenti coattivi emessi dai Comuni di Rimini e Riccione. La vastità delle ricostruzioni ha permesso di individuare oltre 2.800 bonus illecitamente ottenuti e connettere oltre 50 querele per truffa che erano state presentate in tutto il territorio nazionale.

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