“Siamo imprenditori, non sceriffi”: sicurezza dei locali, Confcommercio Rimini boccia il decreto Piantedosi
Non “sceriffi” ma imprenditori. Arriva una sonora bocciatura da parte di Confcommercio Rimini sulle “Linee guida per la prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici”, contenute nell’ultimo decreto del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Un fulmine a ciel sereno”, per il presidente dell’associazione Gianni Indino, che “non può essere accettato”.
Gli imprenditori del settore sono di fatto chiamati a “preoccuparsi dell’ordine e della sicurezza pubblica” e “la preoccupazione sul territorio è grande”. C’è infatti il rischio, entra nel dettaglio Indino, che “da un provvedimento su base volontaria si arrivi a responsabilità, costi e sanzioni reali”. Senza dimenticare il mancato coinvolgimento sul provvedimento di Fipe-Confcommercio. Di certo, prosegue Indino, per gli imprenditori la lista degli adempimenti è “lunghissima”: un barista, un ristoratore, un gestore di qualsivoglia pubblico esercizio non deve avere “l’ansia di sostituirsi a chi deve vigilare sull’ordine pubblico”. Insomma, installare a proprio carico sistemi di videosorveglianza, fare rispettare il Codice di comportamento ai clienti, riprendere le vie di accesso e le uscite di sicurezza, assicurare l’identificazione dei minori, segnalare ogni circostanza che possa determinare turbative o riflessi negativi “non sono prerogative di un imprenditore”. La collaborazione con le Forze dell’ordine e le Istituzioni, conclude Indino, “c’è sempre stata”, ma “non possono essere gli imprenditori ad accollarsi responsabilità dello Stato”.