Sette sataniche, gli sos in Romagna. Il dramma di un papà di Rimini: «Mio figlio sparito da 20 anni. Sono incubi tra minacce, sesso e adepti»

«Il mio unico figlio sparito in una setta». È un dolore che non si spegne quello con cui fa i conti da più di 20 anni il riminese 76enne Maurizio Alessandrini, ex dipendente della Provincia in pensione. Per aiutare altri genitori piombati nel suo stesso incubo ha fondato 23 anni fa un comitato che dal novembre 2003 si è trasformato nella Favis (l’Associazione familiari vittime delle sette odv) che tuttora presiede. Diverse le pubblicazioni di cui è coautore, tra cui “Il libro nero delle sette in Italia” edito da Newton Compton.
La recente strage siciliana di Altavilla, dove padre e figlia hanno prima torturato e poi massacrato il resto della famiglia, ha riacceso i fari sulle sette. «Quel che rende deboli alle lusinghe altrui è una situazione personale e psicologica di fragilità che viene presa di mira da abili manipolatori e condizionatori della personalità. La setta non ti rapisce ma ti attira nelle sue grinfie. A renderci più esposti sono diversi fattori: l’abbandono d’amore, un lutto, ma anche la perdita del lavoro oppure una malattia difficile o di lunga durata. Una casistica generica in cui certi aspetti possono sommarsi, come quando, perso il lavoro, si viene lasciati dalla moglie. Sono più di un centinaio le segnalazioni giunte all’associazione nel 2023. Quanto al Riminese e alla Romagna le cifre del 2019, prima della pandemia, hanno messo nero su bianco 4 sos lanciati da Riccione, 2 da Cattolica e altrettanti da Rimini. Perché ho fondato quest’associazione? Perché ho perso il mio unico figlio in una setta (preferisce non rivelare il nome, ndr). Aveva 23 anni quando, per puro caso, ha incontrato a Santarcangelo una santona-guaritrice. Era il novembre del 1999 e lui stava attraversando un periodo delicato, tra l’abbandono della fidanzata e una malattia che la mia ex moglie aveva sviluppato dopo un brutto incidente. La santona ha dovuto affrontare un processo per maltrattamenti su minori presenti nel suo casolare trevigiano (reati dichiarati prescritti nel 2011 in Appello ma con la condanna al risarcimento delle parti civili). Purtroppo mio figlio è ancora lì, uomo fatto di 47 anni che si dedica all’arte marziale dell’aikido con implicazioni in un altro gruppo di potere. L’ultima volta che l’ho visto era l’estate del 2000».
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