Rimini. Schiaffo sul muso al cane antidroga, il giudice lo condanna per resistenza

Rimini

Era la sera di ferragosto dello scorso anno, con tante persone in giro a far festa, locali e ristoranti pieni, musica sulla spiaggia e tanti turisti sul lungomare. A vigilare sulla tranquillità delle ferie e delle vacanze degli ospiti della Riviera, erano stati predisposti particolari servizi di controllo da parte delle forze dell’ordine, tra cui anche degli agenti della polizia municipale di Rimini. Tra le divise per Ferragosto era stato impiegato anche Bruce, cane poliziotto specializzato nel fiutare stupefacenti e non solo. E proprio per aver fatto resistenza all’agente Bruce, un 32enne originario del Mali è finito nei guai con la giustizia. Il giovane è stato processato davanti al giudice monocratico di Rimini per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il 32enne, stando alla ricostruzione dei fatti emersa durante il processo, era seduto su una panchina del lungomare quando si erano avvicinati gli agenti della municipale per procedere ad un controllo di routine con l’ausilio del cane antidroga. Bruce, infatti, aveva tirato il suo agente conduttore verso il giovane maliano e con il muso aveva sfiorato gambe e parti intime del 32enne mentre era seduto. A quel punto, il maliano aveva reagito colpendo con una manata il cane poliziotto. Nel capo d’imputazione gli viene così contestato di aver immotivatamente sferrato uno schiaffo colpendo sul muso il cane antidroga Bruce in forza alla polizia locale di Rimini. Quel gesto nei confronti dell’animale, stando ai verbali della polizia, era servito per opporsi al completamento di un controllo da parte agenti che quella sera erano in servizio con personale della polizia di Stato sul lungomare di Rimini. Il 32enne alla vista delle divise, ma soprattutto del cane poliziotto. era andato su tutte le furie. “Il cane deve stare lontano da me, non vi avvicinate che vi faccio male, faccio un macello”, aveva urlato impugnando una bottiglia di vetro e brandendola verso gli agenti. Poi, sferrando reiterate manate ed una testata. aveva colpito un ispettore di polizia dritto in petto e poi ad uno zigomo. Alla fine il ragazzo era stato arrestato per resistenza e, controllato, non era stato trovato in possesso di droga. Ospite di una casa famiglia di Forlì, il maliano è in attesa di ottenere lo status di rifugiato per motivi umanitari. Ieri a suo carico si è concluso il processo per resistenza in rito abbreviato: difeso dall’avvocato Marco Lunedei, per lui il vice procuratore onorario Anna Angela D’Alessio ha chiesto il minino della pena. Il giovane è stato condannato a 4 mesi e 12 giorni di reclusione dal giudice Andrea Falaschetti.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui