Rimini. «Vivono abusivamente sul mio terreno, ma per cacciarli devo tornare in Tribunale»

Rimini

Il suo terreno agricolo a Corpolò era stato affittato nel 2019, ma poi l’affittuario ci ha “piantato” sopra (ovviamente senza mai pagare nulla eccezion fatta per 200 euro il primo mese) un camper e poi addirittura una casetta di legno. Il legittimo proprietario vuole liberarsi di lui (e degli abusi realizzati sul suolo di sua proprietà) ed è almeno dal 2020 che conduce un’estenuante battaglia legale per far sgomberare l’inquilino indesiderato, che ha anche denunciato per invasione. Fino ad ora, però, a nulla sono servite né l’ordinanza di demolizione del Comune di Rimini, né la sentenza, emessa lo scorso giugno, dal giudice civile del Tribunale di Rimini che ordina la rimozione di ogni fabbricato esistente.

«L’inquilino, o meglio dire “l’occupante”, è un nomade che si è stabilito lì insieme alla moglie - racconta Mario Di Spirito, il proprietario protagonista dell’odissea finalizzata a tornare in possesso del proprio terreno -. Lui non se ne va, e per farlo sloggiare sarò costretto, ancora e a mie spese, a fare un nuovo ricorso al giudice». Frustrazione e senso di abbandono che il riminese di Spirito, quale “normale cittadino” - così si definisce - ha espresso in una lettera indirizzata, tra gli altri, al sindaco di Rimini, alla presidente del consiglio Giorgia Meloni e al ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Senza fine

«Non mi voglio arrabbiare - dice l’uomo, ormai sfiduciato dopo anni di battaglia che, nel concreto, non hanno ancora condotto a nulla - ma ho perso la fiducia nelle istituzioni. Si pensi che ho anche riconsegnato la tessera elettorale in prefettura». «Questa situazione è paradossale - continua -. Lui se ne deve andare, ma, in attesa di un intervento del Comune, devo riandare dal giudice».

La sensazione, confessa, è quella di essere «costretto a ricominciare tutto da capo, come fossi al gioco dell’oca».

“Cavilli” legali

A dare delucidazioni in merito alla vicenda, dal punto di vista legale, è l’avvocato che assiste Di Spirito, Silvia Morri. «Per dare attuazione alla sentenza di giugno, servono disposizioni di attuazione dell’ordinanza ottenibili tramite un nuovo ricorso al giudice, che stabilisca come, probabilmente con la forza pubblica, si possa allontanare l’occupante abusivo».

Quanto al Comune, che ha emesso un’ingiunzione di demolizione, operativa dal 2023, «a tutt’oggi, anche in considerazione del lungo lasso di tempo trascorso, non si comprende la ragione del ritardo nell’eseguire il procedimento di sgombero in esecuzione dell’ordinanza di ingiunzione di demolizione dallo stesso emessa. E ciò a maggior ragione dopo l’ordinanza resa dal giudice del Tribunale di Rimini, in sede civile, che ha disposto l’immediata reintegrazione nel possesso dei legittimi proprietari ordinando la rimozione di qualsivoglia opera abusiva presente nel loro terreno che sia di ostacolo al libero godimento della loro proprietà».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui