Rimini, variante Statale 16, gli ambientalisti: “Fermiamola”
Una pioggia di volantini e manifesti per dire “no” alla variante della Statale 16. Metterà nero su bianco una sintesi dei temi che difende evidenziando anche i suoi canali di comunicazione.
Parola del comitato ribattezzato “No alla variante della Statale 16 Rimini – Tuteliamo il nostro territorio” che accoglie oltre un centinaio di iscritti e 300 simpatizzanti. Un Sos affidato a decine di volantini e a un centinaio di manifesti che saranno affissi in tutta Rimini dagli attivisti contrari alla colata di cemento della variante sulla Ss16, basata su un progetto concepito trent’anni fa che la rende già «un’infrastruttura obsoleta, oltre che invasiva, che si estenderebbe per 28 chilometri con un’ampiezza di 50 metri».
La protesta, contro la distruzione di circa 500 ettari di territorio agricolo e la minaccia a vaste risorse idriche, conta sul sostegno delle principali associazioni ambientaliste del territorio. «Accogliamo con entusiasmo – premettono i referenti - ogni forma di aiuto e suggerimento».
L’intento principale resta quello «di informare su un tema che va oltre l’interesse individuale, toccando direttamente e non le vite di tutti, oggi e in futuro».
Un coro unanime
Alla causa si sono unite varie associazioni green, tra cui Legambiente Valmarecchia per cui è assurdo «che la variante taglierà il territorio, mettendo a rischio le attuali coltivazioni e le falde, vedendo costrette aziende a cessare le attività e vendere appezzamenti, aprendo così la via a speculazioni edilizie o a coltivazioni di minor valore anche a scopi non alimentari, rispetto alle produzioni orticole di pregio presenti».
Stessa frequenza per Anpana Rimini che guarda al futuro: «La nostra generazione – sostiene - dovrebbe concentrarsi sul ricostruire la biodiversità distrutta e non sul ricoprire il poco verde rimasto con ulteriori colate di cemento».
Caustico anche Fridays For Future che oltre che sui numerosi espropri necessari alla messa a terra del progetto punta il dito sulla costruzione di nuove corsie sulla statale «che sarà un incentivo al suo utilizzo, e non una soluzione all’eccessivo traffico». Anche Fiab Rimini auspica un ripensamento sul tracciato considerando che la circonvallazione di Rimini dispone già di quattro corsie e intersezioni adeguate, o in corso di adeguamento, e che potrebbe essere portata a quattro corsie «con potenziamento in sede fra la circonvallazione e la tratta già portata alla tipologia di strada extraurbana di tipo B».
Una soluzione che, dichiarano, ridurrebbe in modo rilevante l’impermeabilizzazione di suolo previsto su circa mezzo milione di metri quadri.
Falde a rischio
Affila le armi anche Antonio Brandi dal Wwf Rimini segnalando che la progettazione metterebbe a rischio anche le falde del Marecchia, «sempre più preziose per le comunità locali a fronte delle siccità future prevedibili per i cambiamenti climatici in atto». Infine il monito ammantato da un dubbio amletico: «Le recenti alluvioni nelle Marche ed in Romagna non hanno insegnato proprio niente?».