Rimini. Truffa dell’hotel Gobbi, maxi sequestro a imprenditore 30enne albanese
Maxi sequestro condotto dalla polizia di Stato ai danni di un trentenne di origine albanese domiciliato nel comune di Gradara, in provincia di Pesaro-Urbino.
La divisione antimafia ha infatti posto sotto sequestro un teatro nel centro abitativo di Forlì, un immobile di civile abitazione nel comune di Gradara, un veicolo sportivo di elevata cilindrata e le disponibilità finanziarie nei confronti dell’uomo, per un valore complessivo di oltre 500mila euro. Inoltre è emerso che l’uomo aveva già commesso altri reati contro il patrimonio nella provincia di Pesaro-Urbino e in diverse province dell’Emilia Romagna, risultando anche titolare, per interposta persona, di beni mobili e immobili ed attività imprenditoriali frutto di numerose attività illecite o che ne costituivano il reimpiego.
Dalle indagini indagini patrimoniali è infatti emerso che le attività illecite hanno avuto un notevole sviluppo a partire dal 2018, dove il trentenne, sfruttando la sua attività imprenditoriale, attiva nella gestione di alberghi intestati e soggetti terzi compiacenti in provincia di Rimini, riceveva centinaia di prenotazioni e, dopo aver ricevuto il denaro richiesto alle parti offese a titolo di caparra o per l’intero soggiorno, si rendeva irreperibile, negando così alle vittime del raggiro la possibilità di fruire dei soggiorni prenotati. Il 30enne infatti risulta essere stato coinvolto nella truffa dell’ex hotel Gobbi di Rimini, la struttura finita alla ribalta delle cronache nazionali durante l’estate del 2022 per aver chiesto soldi in anticipo ai turisti che poi arrivati sul posto si erano ritrovati senza camere e con la vacanza rovinata.
I proventi dei delitti commessi venivano fatti poi confluire su vari conti correnti, italiani e stranieri, talvolta collegati a carte di credito ricaricabili, rendendo difficoltoso o addirittura impossibile il rintraccio.ù L’ammontare complessivo dei proventi delle truffe, limitatamente a quelle oggetto di querela proposta dalle parti offese, hanno permesso di realizzare un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro, permettendogli di accumulare illecitamente un patrimonio di beni immobili e mobili, già in parte oggetto di sequestro preventivo, da parte del tribunale di Rimini.