Rimini. Tornei di tennis mentre è in “malattia”, poliziotto assolto dopo 10 anni

Rimini

Era finito a processo, venendo condannato in primo grado e destituito dal servizio, accusato di aver esasperato la patologia di cui era affetto al fine di essere esonerato dal lavoro per molti mesi ed evitare lo svolgimento delle funzioni più brigose, tra cui indossare il cinturone con la pistola di servizio. Un calvario giudiziario e non solo, con tanto di arresti domiciliari, andato avanti per un decennio, che si è concluso solo adesso, con la sentenza d’appello che scagiona completamente Antonio Mariella, assistente capo della polizia di Stato, in servizio alla Polaria, che nel 2015 era stato denunciato dopo la “soffiata” di alcuni colleghi per truffa ai danni dello Stato e falso ideologico legato alla produzione di certificati medici.

Ad accendere lo scandalo, il fatto che nei periodi di esonero dal servizio per via di una lombosciataglia descritta (e riconosciuta anche dalla commissione medica della polizia) come “invalidante”, il poliziotto avesse partecipato a partite e tornei di tennis, anche a livello agonistico, giocate a Coriano e nei dintorni di Rimini. Partite che in alcuni casi erano state filmate nel corso delle indagini condotte dal pubblico ministero Davide Ercolani, che aveva formulato l’accusa nei confronti di quello che allora era un agente di polizia, finito prima ai domiciliari come misura cautelare poi sul banco degli imputati e infine condannato per falso ideologico, perdendo il posto di lavoro.

Nello specifico, il giudice Raffaele Deflorio lo aveva condannato per avere reso dichiarazioni non veritiere traendo in inganno i medici che, fidandosi di quanto riferito, avevano stilato certificati ideologicamente falsi.

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