Rimini. Start Romagna, in un anno oltre 25mila multe e 1 milione di incassi

Rimini

Corse saltate, ritardi alle fermate, e sempre più disagi per gli utenti. I problemi di Start Romagna, la società che gestisce il servizio del trasporto pubblico a Rimini, dopo aver coinvolto sindacati e amministrazione comunale hanno interessato anche il Consiglio comunale. Attraverso un’interrogazione presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Gioenzo Renzi, sulla quale è intervenuta l’assessora alla Mobilità, Roberta Frisoni, che, dati alla mano, è passata ad esaminare i vari aspetti del fenomeno, dalla carenza di personale all’evasione tariffaria: «Nel 2023 – sottolinea Frisoni -, sull’intero bacino di Rimini, sono state controllate 17.982 corse e 215.733 viaggiatori, per una percentuale di evasione riscontrata dell’11,65%. Rispetto alla quale sono state emesse 25.145 multe che hanno determinato un incasso di 932.294 euro. Aggiungo che, in tal senso, Start ha di recente indirizzato nuovo personale interno per implementare le squadre di controllo, e nel 2025 è prevista una nuova gara d’appalto per l’affidamento del servizio, nell’ambito del quale si potranno valutare nuove misure più efficaci».

Le buste paga

Soldi, quelli ricavati dalle sanzioni, che secondo Renzi, «potrebbero essere utilizzati per aumentare lo stipendio degli autisti dei bus e per rendere, così, la professione più attrattiva». La busta paga degli autisti Start, come da contratto nazionale, è, infatti, ferma, almeno per i neo assunti, a 1300 euro netti al mese. Osserva, però, Frisoni: «Contrastare con più efficacia il fenomeno dell’evasione è una attività che il gestore deve intraprendere anche per recuperare ulteriori risorse utili al servizio. Ma non ritengo che le risorse recuperate siano sufficienti a risolvere la problematica dell’appetibilità del lavoro da autista. Basti pensare, infatti, che Start ha un costo del personale che si aggira sui 40 milioni di euro. Servirebbero, dunque, cifre importanti e stabili per intervenire con misure efficaci. Mentre dalla sola lotta all’evasione tariffaria non possono arrivare quelle risorse in grado di colpire efficacemente il gap». Aggiunge l’assessora: «Ribadisco che la prima cosa che bisognerebbe fare è aumentare il fondo nazionale trasporti, perché nel nostro territorio i costi del trasporto pubblico locale sono coperti solo per il 35% da ricavi da traffico, mentre tutto il resto è finanziato da contributi pubblici in gran parte provenienti da Roma».

Controlli, ma non solo. Renzi, infatti, per combattere i furbetti del biglietto aveva sollecitato «l’installazione di particolari tornelli alle porte d’ingresso dei bus, come hanno fatto nei paesi anglosassoni». Ricevendo, però, un rifiuto netto, ma motivato, da Frisoni: «Quella dei tornelli è stata una soluzione che abbiamo valutato anche in sede di progettazione del Metromare, ma l’abbiamo subito abbandonata dopo aver verificto che sarebbero stati più gli aspetti negativi che positivi. Questo perché sulle tratte più frequentate il risultato sarebbe stato quello di rallentare troppo il servizio». Infine, il tavolo di confronto Comune-società: «Abbiamo richiesto un incontro urgentissimo con Start e AMR sulle azioni da mettere in campo per adeguare gli stipendi degli autisti all’impegno profuso – conclude Frisoni -. Così come abbiamo sollecitato più comunicazione, perché non è possibile che le famiglie non riescano a comprendere agevolmente quando una corsa non è garantita, o non riescano facilmente a capire se l’autobus passa o è in ritardo».

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