Rimini. Spranghe e fumogeni, assalto al centro ricreativo VIDEO
Un minuto di violenza cieca per devastare il centro ricreativo A.s.d. di Bellaria Monte, bersagliato nella notte fra sabato e ieri da un gruppo di una ventina di persone incappucciate e armate di spranghe, fumogeni e razzi da stadio.
Le immagini del raid sono state riprese dalle telecamere del circolo, noto anche come ritrovo abituale della Gioventù Bellariese, un gruppo ultras del Cesena, e saranno fondamentali per aiutare i carabinieri a identificare i responsabili delle violenze. Considerate le modalità del blitz, le indagini si muovono nel perimetro di «questioni relative a tifoserie avversarie», formula usata dagli organi inquirenti per descrivere quello che con ogni probabilità è stato un regolamento di conti fra gruppi ultras rivali.
Il video
Ma alle 23.15, quando nelle riprese della telecamera all’ingresso del centro di via San Mauro compare il primo fumogeno rosso, nel locale non sarebbero stati presenti membri della tifoseria cesenate, ma solo il barista ed alcuni avventori. Testimoni increduli di una furia chiaramente organizzata ed esplosa nell’arco di circa 60 secondi: tanto è bastato ai 20 facinorosi per annunciare il loro arrivo con il lancio di fumogeni, far esplodere razzi, irrompere nel locale a colpi di spranga, abbattere le vetrate della veranda, incendiare tavolini all’interno del bar, danneggiare il mobilio e colpire auto parcheggiate per poi dileguarsi a tutta velocità. Nel caos si vede anche un uomo fuggire da una porta laterale del circolo per essere poi colpito alla schiena con i bastoni da tre persone, che lo invitano ad andarsene immediatamente. Ancora prima, alcuni ragazzi seduti ad un tavolo all’esterno si allontanano non appena capiscono cosa sta per accadere.
La rabbia e lo choc
I danni materiali sono ingenti, ad una prima occhiata stimabili in decine di migliaia di euro, ma all’A.s.d. Bellaria Monte, ieri mattina, più che dai conti economici il pensiero era occupato dalla rabbia e dallo choc per quanto accaduto. Uno dei soci, che si trovava nel circolo durante il blitz, si limita a confermare al telefono che «è stata subito presentata una denuncia ai carabinieri». Il timore, pare di capire, è che il centro ricreativo possa essere percepito come un luogo non sicuro. D’altronde, dietro il minuto di follia immortalato dall’impianto di videosorveglianza, si annida l’ombra del tifo malato e degli scontri violenti fra curve avversarie, la prima ipotesi formulata da chi sta indagando.
Per tentare di dare un nome a quella ventina di uomini incappucciati, con le felpe nere a confondersi nella notte, l’Arma conta sul video che mostra l’intera scena, ma non solo: nelle vicinanze si trovano infatti anche altre telecamere, da cui potrebbero arrivare indizi utili ad esempio per ricostruire i movimenti del gruppo ed ulteriori eventuali profili di responsabilità.