Rimini, spiagge in vendita, ma nessuno le vuole. Vanni: «Caos bandi, tutto congelato»

Due stabilimenti balneari in vendita. Uno a Marina centro, l’altro a Rivazzurra. Che nessuno, però, vuole comprare. Per i prezzi, decisamente elevati: 700mila e 250mila euro. Ma, soprattutto, per la situazione di precarietà che incombe sul settore spiaggia, causa Bolkestein e leggi italiane non ancora adeguate alle normative europee. Commenta il titolare dell’agenzia immobiliare Habitat, che si occupa dello stabilimento sul lungomare Tintori: «Il bagno, una struttura media con 200 ombrelloni, è in vendita da ormai 4 anni, ma di richieste non ne sono arrivate. E il perché è comprensibile. Rispetto ad una situazione normativa non ancora definita, che, comunque, prevede la messa a bando delle concessioni balneari, eventuali compratori hanno preferito rimanere alla finestra, in attesa». E dall’agenzia immobiliare Boschi, che sta trattando il bagno di Rivazzurra, confermano: «Anche noi abbiamo questa operazione in piedi da ormai 3-4 anni. E, vista la difficoltà a vendere, la concessionaria ha preferito affittare il bagno, credo a 25 mila euro l’anno per un centinaio di ombrelloni, oltre alle cabine, ai lettini, almeno il doppio, e alle sdraio».
Soldi a rischio
Sottolinea allora Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini Rimini sud e presidente di Confartigianato balneari: «Che non si riesca a vendere nulla che sia legato alle attività di spiaggia è normale. Finché non sapremo come finirà la questione Bolkestein, nessuno muoverà un dito. Siamo preoccupati noi del futuro, che lavoriamo con la spiaggia da anni, figuriamoci chi non è del settore, ma vorrebbe entrarci... E’ chiaro che se non si definirà una volta per tutte questa storia dei “bandi sì bandi no”, la situazione rimarrà congelata a lungo». Nessuna sorpresa, quindi, per un esperto del settore come Vanni. Né per quanto riguarda la compravendita di stabilimenti balneari, né per i ristobar. «Come detto, non mi stupisco se chi vuole vendere non trova acquirenti – precisa -. Del resto, chi metterebbe a rischio centinaia di migliaia di euro, senza sapere se poi potrà rimanere proprietario del bene acquistato oppure se quel bene gli verrà tolto dallo Stato per essere messo a gara? L’agenzia delle entrate quota le concessioni balneari tra i 200 e i 500mila euro in base, ovviamente, alla grandezza del bagno, alla clientela, alla posizione, ed altro».
Niente affitti
Intanto, c’è chi cede in affitto la propria concessione balneare. Precisa, però, il rappresentante sindacale dei balneari riminesi: «Chi ha in concessione un bagno, se lo tiene e ci lavora. A Rimini è così da sempre. Magari in altre località balneari italiane quella dell’affitto dell’attività è una scelta più diffusa. Non qui. E chi lo fa è perché non riesce più a gestire il suo bagno: magari il proprietario non c’è più e i figli fanno altri lavori. E di dico di più, su 250 stabilimenti balneari che ci sono in città, quelli in affitto si conteranno sulle dita di una mano».