Rimini. Sotto allucinogeni, 19enne picchia la madre e lei lo fa arrestare
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Da alcuni mesi suo figlio era cambiato: sempre più aggressivo ed arrogante, fino ad arrivare a picchiarla e insultarla quando non venivano esaudite le sue pressanti richieste di denaro, che dopo il Natale si sono fatte pressoché quotidiane. E così la madre, al culmine dell’ultima violenta lite che l’ha costretta a rifugiarsi in cantina, non ha potuto fare altro che contattare i carabinieri e denunciarlo, per salvare se stessa dalle angherie del ragazzo 19enne e quest’ultimo dalla spirale della droga in cui è precipitato. Una richiesta d’aiuto disperata a cui, nei giorni scorsi, il giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini ha dato una risposta emettendo per il giovane, su istanza del sostituto procuratore Davide Ercolani, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di maltrattamenti in famiglia.
L’antefatto
Il 19enne, dopo la separazione dei genitori, viveva con la madre a Rimini: insieme a loro anche la sorella minore, che però, verso la fine del 2024, si è trasferita nella casa della zia, esasperata dai comportamenti del fratello. Insomma, in casa erano rimasti solo madre e figlio, con la prima ad assistere inerme al progressivo disfacimento della serenità familiare. Subito dopo le festività natalizie sono iniziate le pretese di denaro: 10, 15 euro ogni mattino.
Il precipitare degli eventi
Ma la donna, un giorno dei primi di gennaio, ha deciso di non rispondere alla telefonata del figlio, per poi trovare, una volta tornata a casa, l’arredamento messo a soqquadro. La situazione è peggiorata ulteriormente, fino a rendere necessari diversi interventi del 118, ricoveri al pronto soccorso per sedare il ragazzo ormai in costante stato di agitazione e visite psichiatre: queste hanno escluso tratti di personalità antisociale, propendendo per l’ipotesi dell’abuso di sostanze allucinogene. Quella perenne ricerca di soldi sarebbe quindi servita a sostenere la dipendenza del 19enne dalla droga. Il mese scorso il punto di non ritorno: il denaro, estorto o sottratto di nascosto dal portafoglio della madre, non bastava mai, e sono iniziate le violenze fisiche. Pugni, schiaffi, oltre a minacce e sputi, fino al 9 febbraio quando, dopo l’ennesima minaccia, la malcapitata si è rifugiata in cantina e da lì ha chiesto l’intervento dei carabinieri, che poi hanno raccolto la sua denuncia. Il ragazzo è stato portato in ospedale e poi dimesso, mentre la madre si è trasferita da un’amica, pur dovendo tornare quotidianamente a casa per dare da mangiare ai cani. Occasioni, queste, di nuove minacce da parte del figlio, tanto che la donna il 19 febbraio ha integrato la prima denuncia, portando il giorno dopo all’emissione della misura cautelare nei confronti del ragazzo: la custodia in carcere è stata giudicata l’unica idonea a garantire la sicurezza della madre.