Rimini. Salvataggi obbligatori e spiagge chiuse, Gnassi: “Colpa di Salvini”

Rimini

Sulla chiusura forzata e anticipata delle spiagge, provocata dalla discussa ordinanza della Capitaneria di porto che impone ai bagnini di aprire gli stabilimenti balneari solo in presenza del salvamento, dopo le forti preoccupazioni espresse dagli operatori economici riminesi, s’innesca adesso uno scontro tutto politico. Che vede l’opposizione puntare il dito accusatore contro il governo. In particolare contro il ministero delle Infrastrutture, di cui la Capitaneria di porto è un ufficio periferico. Attacca il deputato riminese del Pd, Andrea Gnassi: «Dopo avere annunciato di chiudere i porti, adesso il ministro Salvini chiude davvero, e prima del tempo, le spiagge di tutta Italia. E questo attraverso una circolare emanata, ad agosto, dai propri uffici che ha costretto gli operatori balneari a smontare tutto il 22 settembre, “mangiandosi” così oltre un mese di bagni e cure elioterapiche per pacchetti vacanze completi e penalizzando un settore che contribuisce al 30% dell’indotto turistico italiano». Continua Gnassi: «Bisognerebbe spiegare a Salvini che, oltre alle modalità dei suoi inattesi provvedimenti “ammazza spiagge”, il tema della spiaggia vissuta tutto l’anno, del mare d’inverno, della destagionalizzazione della proposta turistica, è parte integrante di un’offerta che muove miliardi di euro e centinaia di migliaia di posti di lavoro in tutta Italia».

Gli effetti collaterali

E se il deputato Dem considera responsabili «di questa ennesima “perla”» Salvini e la collega ministra del Turismo Santanchè: «dopo la presa in giro sulla Bolkestein, con promessa a vanvera sulle gare che non si sarebbero mai fatte, adesso questi due la smettano con gli slogan e riaprano subito le spiagge d’Italia»), la Cna esprime le forti preoccupazioni delle categorie economiche. Sottolinea Davide Ortalli, direttore Cna Rimini: «Questa ordinanza è un clamoroso boomerang per il territorio, le sue imprese e l’immagine della Riviera. Un autogol che mette in grandissima difficoltà chi aveva programmato di tenere aperta la propria attività anche a fine settembre ed in ottobre approfittando delle tendenze meteo verso il bel tempo». Rilancia quindi il vertice sindacale degli artigiani riminesi: «Una decisione calata dall’alto che mette in difficoltà gli operatori balneari e tutto l’indotto turistico. Insomma, la burocrazia e una politica nazionale sganciata dal mondo reale, ancora una volta condizionano negativamente aziende, imprese, lavoratori e turisti». Chiosa Simone Gobbi, candidato Pd al Consiglio regionale: «Vanificati in un attimo gli sforzi di noi amministratori locali per incentivare il mare d’inverno. Sono in contatto con l’assessore regionale al Turismo Corsini affinché si possa raggiungere un punto di mediazione per riuscire a far tenere aperte le strutture balneari. Il tema della destagionalizzazione sarà tra quelli che il Pd porterà in consiglio regionale»

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