Rimini. Ritoccate in aumento le tariffe del canile: «Meno randagi, più animali aggressivi»
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Dopo 5 anni il Comune interviene sulle tariffe del servizio di controllo della popolazione canina e del canile “Stefano Cerni” ritoccando i costi al rialzo: la decisione è stata approvata con una delibera della Giunta in questi giorni, precisando che l’aggiornamento dei listini è figlio dell’adeguamento «al costo attuale della vita» e calcolato «in base all’indice Istat».
Nel dettaglio, ad aumentare sono le tariffe del servizio di recupero, delle prestazioni sanitarie e di altre procedure burocratiche e le rette di ricovero, mentre si è scelto di lasciare invariati i costi relativi alle rinunce di proprietà , che includono anche la visita veterinaria di ingresso e le ulteriori prestazioni necessarie.
I dettagli
L’incremento più notevole è quello che riguarda la cattura degli animali: la tariffa precedente prendeva un costo di 24 euro più Iva, che ora sale invece a 32,79, sempre al netto dell’Iva. Lo stesso prezzo è stato fissato per il trasporto nell’ambito del territorio comunale e sino al canile (in precedenza ammontava a 29), mentre la chiamata al servizio di reperibilità dalle 19 di sera alle 8 di mattina vede una crescita di pochi centesimi, passando da 16 euro a 16,39. Quanto alle prestazioni sanitarie e procedure connesse, per la lettura e la verifica attraverso il portale A.r.a.a. (Anagrafe regionale animali d’affezione) del microchip e le registrazioni amministrative è stata stabilita una tariffa da 12,30 euro a fronte degli 8,50 deliberati nel 2019. La medesima cifra sarà necessaria per l’inserimento del microchip negli animali di proprietà recuperati (escluso il costo del microchip stesso), che precedentemente costava 10 euro. Per la visita veterinaria in canile e le cure generiche bisognerà invece sborsare 24,59 euro: prima ne bastavano 22. La retta di ricovero ammonta a 9,48 euro per ogni giorno di permanenza nella struttura del Comune: nel 2019 si era deciso di fissare un prezzo di 8 euro per gli animali di proprietà di privati cittadini. Si tratta di tariffe da intendere al netto dell’Iva, così come quelle che non hanno subito variazioni, inerenti la rinuncia di proprietà, capitolo dal quale vanno tuttavia esclusi i costi per eventuali interventi chirurgici o di prestazioni specialistiche complesse e quelli necessari ad attuare percorsi rieducativi comportamentali.
I prezzi che non cambiano
Per portare al “Cerni” cani di indole docile e che non necessitano di particolari attenzioni nella loro gestione quotidiana servono 270 euro, 500 invece per i cani di piccola tagli con indole aggressiva o disturbi comportamentali e 1.000 per quelli di media e grossa taglia con le stesse problematiche.
Il ritocco alle tariffe, come si legge nella delibera della Giunta, deriva anche da un contesto sociale che è mutato negli anni: ultimamente, infatti, «si è verificata una diminuzione del fenomeno del randagismo e conseguentemente un minor numero di animali rinvenuti sul territorio privi di proprietario e ricoverati presso la struttura comunale». Si è però fatta largo una nuova criticità, che implica costi di gestione molto più elevati, vale a dire «un notevole incremento di ricoveri derivanti da sequestri amministrativi di cani ad aggressività non controllata o morsicatori, conseguenti alla rinuncia alla proprietà da parte dei possessori».