Rimini, prezzi stabili e fiori in abbondanza, ma le code al cimitero non ci sono

Rimini

Un antico detto dialettale diceva che era più importante il giorno dei morti, rispetto a quello dei santi, perché i santi possono essere lontani, lassù in cielo, ma i morti, quelli li hanno tutti. Così, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre sopravvive ancora la tradizione di onorare i cari passati a miglior vita. Seppur con meno zelo e certamente meno urgenza di un tempo, ancora oggi i crisantemi sono il simbolo di un legame affettivo che nemmeno la morte ha saputo spezzare. E per quest’anno, l’inflazione non ci ha messo il carico da novanta. I prezzi delle “margherite” vendute al cimitero di Rimini infatti si mantengono in linea con quelli degli anni precedenti: da un euro e 50 ai 6 euro per i fiori recisi singoli, ai 10 euro in media per i vasi, prezzo che può variare sensibilmente però in base alla grandezza della pianta che si acquista. Leggeri incrementi, come spiegano i fratelli De Carli, da sempre al primo banco venendo dal sottopasso all’ingresso principale del cimitero monumentale, riguardano «i lilium e le orchidee, fiori che arrivano dall’estero, spesso dall’Olanda, e che hanno un mercato diverso». Diverso, nello specifico, da quello della flora nostrana, come appunto i crisantemi, che, come spiegano anche da Silla fiori, altro banco storico del cimitero di Rimini, «quest’anno hanno mantenuto i prezzi stabili, e vengono venduti sostanzialmente allo stesso valore dell’anno scorso. Piccoli aumenti che poi si ripercuotono sul prezzo al dettaglio ci sono solo sui fiori come le orchidee o gli anthurium, che provengono dall’Olanda». Alla base, infatti, ci sono i produttori locali, che nonostante le difficoltà legate alle abbondanti piogge di questo autunno, che in alcuni casi hanno generato ingenti danni al raccolto, hanno mantenuto il prezzo di vendita all’ingrosso pressoché invariato.

Fiori finti e parcheggi

Nonostante il classico via vai di clienti non si sia fatto attendere nemmeno quest’anno, sia tra i banchi all’ingresso principale che in quelli posizionati lungo le entrate laterali (come quello di Lilly), così come nei negozi di fiori lungo la strada per raggiungere il cimitero, a rallentare le vendite nel week end appena trascorso è stata «la lontananza con il giorno dei Santi (venerdì 1° novembre, ndr), ma anche il fatto che ormai da alcuni anni in molti acquistano i fiori finti. E poi non tornano più indietro». Arida plastica, certo, ma decisamente più longeva dei fiori naturali. Gli steli made in China sono infatti ormai “testimonial” di una tendenza che ogni anno prende sempre più piede. Tuttavia, a ostacolare le vendite, secondo i fiorai che si trovano all’ingresso principale, è anche la mancanza di parcheggi, che spesso dissuade potenziali clienti, magari molto anziani, a fare ingresso al campo santo e lasciare una rosa, o appunto un crisantemo, sulla lapide di un caro defunto.

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