Rimini. Percosse continue all’ex compagna, condannato a due anni risarcirà 16mila euro

Rimini

Riconosciuto colpevole del reato di atti persecutori nei confronti dell’ex compagna e convivente, costituitasi parte civile nel processo, è stato condannato alla pena di due anni di reclusione e dovrà pagare 16mila euro di risarcimento: così ha disposto il collegio penale presieduto dalla giudice Adriana Cosenza (a latere i giudici Elisa Giallombardo e Luca Gessaroli).

Lui è un 44enne di origini meridionali ma residente a Rimini, tutelato dall’avvocato Piero Ippoliti Martini: il capo di imputazione formulato dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi comprendeva una scia di contestazioni per un periodo di tempo che va dal 2018 al maggio del 2023, nel corso del quale secondo la ricostruzione della Procura si sarebbero verificati molteplici episodi di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate. Non sarebbero mancate nemmeno le percosse alla donna mentre era incinta, con la frattura di una costola e le violenze fisiche riprese in modo continuativo a sole due settimane dal parto, spesso condite da minacce di morte. Il tutto mentre l’uomo era gravato da un ammonimento del questore: fatti, questi, che tra quelli oggetto d’imputazione sono i più distanti nel tempo e per i quali il collegio penale ha stabilito il «non doversi procedere», dopo la derubricazione a percosse e atti persecutori (in parole povere, stalking), per «tardività» o «difetto» della querela. Quanto alle accuse che investono il lasso cronologico tra il 2020 e il gennaio 2023 (altre minacce sui social e whatsapp sia all’ex che alle sue amicizie e un’incursione sul luogo di lavoro) la sentenza è stata di assoluzione «per insussistenza» dei reati contestati. La condanna a 2 anni - per stalking, hanno deciso i giudici - è però arrivata per quanto accaduto tra il febbraio e il maggio del 2023, mesi nei quali le vessazioni fisiche e psicologiche del 44enne sull’ex avevano raggiunto un picco insostenibile: il 18 marzo la donna si era recata nell’albergo dove il 44enne scontava i domiciliari per farsi consegnare un libro da restituire in biblioteca, ottenendo un calcio alla gamba che le ha procurato una contusione (6 i giorni di prognosi). Il 30 aprile l’ultimo atto, con calci e pugni alla malcapitata, pedinata e vista in compagnia di un amico: per la donna, poi rifugiatasi in un chiosco con la figlia, contusioni multiple e prognosi di una settimana. All’aggressione fecero seguito anche altre minacce, tipo “domani rivolto la Questura”, ma qualche giorno dopo è scattato il carcere. Ora la condanna e i 16mila euro da pagare all’ex, parte civile con l’avvocata Graziana Maria Bettuelli.

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