Rimini. Parco eolico. Energia Wind: «E’ il momento di sbloccare il progetto»

Rimini
  • 01 maggio 2024

RIMINI. «Questo ritardo non è normale. Pazienteremo ancora qualche settimana dopodiché faremo i nostri passi per sbloccare definitivamente il progetto». Ottenuto il parere favorevole dalla Commissione tecnica sull’impatto ambientale presso il ministero dell’ambiente, Riccardo Ducoli, amministratore delegato di Energia Wind 2020, la società incaricata di costruire il parco eolico dell’Adriatico tra Rimini e Cattolica, esprime un certo disappunto per l’incagliamento che l’elaborato ha subito negli uffici del ministero della cultura, il cui parere vincolante determinerà la costruzione della centrale a vento off-shore: 51 aerogeneratori di 6,5 Mw di potenza ciascuno, con altezza massima, dal medio mare, tra i 202 e i 210 metri, e con un diametro del rotore di 180 metri, che svilupperà una potenza di 330 mega watt, seguendo un percorso perpendicolare alla costa a forma di grande arco formato da tre piccoli archi di una quindicina di pale ciascuno, distanti 3 miglia ognuno.

Il tutto con la prima pala installata sulle 12 miglia dalla costa e l’ultima sulle 21 miglia, al largo.

«Se a breve non ci arriveranno risposte rapide dal Mic - puntualizza Ducoli -, ci rivolgeremo all’Associazione delle Energie Rinnovabili Off-shore affinché valuti tutte le opzioni possibili. Per poter, così, iniziare i lavori già nel 2025».

Ducoli, a che punto è l’iter sulla valutazione di impatto ambientale relativa al parco eolico?

«La Commissione tecnica di Valutazione d’impatto ambientale, costituita dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase), si è riunita in sede plenaria il 28 dicembre 2023 a conclusione dell’iter procedurale ed ha espresso parere favorevole al progetto, indicando nel parere alcune prescrizioni ambientali da applicarsi in fase di realizzazione, di esercizio e di dismissione. Tali prescrizioni sono dovute e non compromettono in alcun modo la bontà del progetto».

Manca solo il parere del ministero della cultura quindi?

«Sì è così: a metà gennaio 2024 il Mase ha reso noto che la Commissione tecnica Via ha espresso il proprio parere e che è in attesa del parere del ministero della cultura al fine di poter andare avanti nell’iter burocratico».

Il Mic, secondo i tempi tecnico-burocratici, non avrebbe dovuto esprimersi già a febbraio, e cioè un mese dopo?

«In merito all’applicazione delle tempistiche e dei termini perentori purtroppo la normativa lascia spazi più o meno restrittivi a seconda di chi le interpreta. Nell’ipotesi più restrittiva avrebbe dovuto esprimersi entro 20 giorni dalla data di trasmissione degli atti, nell’ipotesi più estensiva entro 90 giorni. Resta il fatto che sia nell’ipotesi restrittiva sia nell’ipotesi estensiva i termini per quanto ci riguarda sono passati».

E’ normale questo ritardo?

«Non dovrebbe essere normale, ma purtroppo è così: è una situazione generalizzata che colpisce soprattutto i progetti che hanno un coinvolgimento interministeriale dove i vari tecnici dei vari ministeri non sono coinvolti in un’unica Commissione».

E perché?

«Non ce la sentiamo di puntare il dito contro i tecnici dei ministeri, abbiamo incontrato persone competenti e di volontà, purtroppo abbiamo dovuto constatare il notevole sottodimensionamento dell’organico e nel contempo l’enorme massa di progetti che deve essere valutata, di complessità elevata e molto eterogenei: si spazia da progetti come il nostro a dighe, autostrade, alta velocità, ponti, eccetera, il tutto reso ancora più complesso dai progetti previsti dal Pnrr. Chiaramente c’è bisogno di più risorse, ma a nostro avviso se si facessero delle uniche Commissioni interministeriali sarebbe molto utile nell’accorciare i tempi, piuttosto che valutare i progetti “a compartimenti stagni”».

Quanta pazienza vi siete dati?

«Osservando le tempistiche medie con cui si sono chiuse le procedure per progetti simili al nostro dovremmo attendere, al massimo, ancora qualche settimana e quindi aspetteremo: su un progetto che ci vede impegnati da oltre 10 anni non ci scoraggiamo facilmente».

Cosa farete se la pratica non si sbloccherà a breve?

«Attraverso l’Associazione delle energie rinnovabili offshore (Aero), che rappresenta l’intera filiera degli operatori nel settore delle rinnovabili off-shore, stiamo valutando tutte le opzioni possibili con l’obiettivo di sbloccare al più presto la burocrazia, non solo per il nostro progetto».

Pensate che entro il 2024 il parere definitivo sulla valutazione dell’impatto ambientale possa arrivare?

«Assolutamente sì, siamo ottimisti».

Ducoli, con l’ok di Roma al progetto, i lavori per la messa in mare della prima pala potranno iniziare già nel 2025?

«Certo, i lavori saranno sicuramente iniziati».

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