Rimini Nord. Spiaggia libera in arrivo, “sfrattato” lo storico bagno. I titolari: “Uno choc”

Rimini

L’ufficialità è iscritta nella tavola D1 Tav. 1 numero 2, in grigio con l’indicazione di ‘Varco dati’. Secondo il nuovo Piano dell’Arenile il Bagno Anna 22 di Viserba, stabilimento storico la cui concessione demaniale a scopo turistico ricreativo è scaduta come tutte le altre il 31 dicembre scorso, è destinato a lasciare il posto a una delle due nuove spiagge libere di Rimini Nord (l’altra è prevista a Rivabella, zona Piazza Adamello, ndr), rappresentate in tavola con il colore grigio mentre gli altri stabilimenti balneari sono indicati in giallo. Quel colore spento a Michela Pasolini, che ha assunto il ruolo di portavoce della famiglia e del patron Luigi Ghinelli, proprio non va giù.

Signora Michela, ci racconta in breve la storia del Bagno Anna 22?

«Credo basti qualche dato per capire che si tratta di uno degli stabilimenti balneari più antichi del Riminese. Luigi Ghinelli, mio suocero ha iniziato a lavorare dalla signora Anna da ragazzino, secondo i suoi conti lei ha gestito la zona per una quarantina di anni, poi è subentrato lui. Anno più, anno meno sfioriamo i 90 anni di storia. Oggi vicino a miei suoceri, Luigi e Ornella che tutti continuano a chiamare Anna ci sono mio marito Mirco e mia cognata Tamara con suo marito».

Come e quando avete appreso che quella che è stata la vostra concessione nel 2025 diventerà spiaggia libera?

«Ufficialmente attraverso una mia domanda durante l’assemblea pubblica organizzata dal Comune di Rimini a Viserba il 17 gennaio per esporre il nuovo Piano dell’Arenile. Ufficiosamente siamo stati avvisati qualche giorno prima da uno dei responsabili della Cooperativa Bagnini di Rimini Nord, informati qualche giorno prima dal Comune di questo progetto. Gli stabilimenti accanto al nostro, il 23 e il 21 non saranno oggetto di modifiche».

La vostra reazione?

«Un misto di sgomento, shock, amarezza. Una ferita mortale per mio suocero in primis. Dopo aver dedicato una vita all’attività, essere cresciuto lavorativamente lì, averci messo fatica, sudore, sacrifici economici e impegno, aver creato un rapporto di stima e fiducia con gli alberghi con cui mio suocero ha sempre collaborato, prima con la vecchia generazione e poi con i figli che si sono susseguiti nella gestione delle attività e con tutti i clienti passati negli anni, vedersi mandare via con un senza nemmeno un “grazie è stato bello” è umiliante».

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