Rimini nord alza la voce: “Vogliamo più spiaggia libera”

Rimini

Nuovo Piano dell’arenile, si alza la voce di chi chiede più spiagge libere a Rimini nord. Martina Romani, trentaquattrenne di Viserba, da trenta è tutt’uno con il tre stelle di famiglia, l’Hotel Angelini. La premessa è chiara: «Adoro il mio bagnino e la sua spiaggia ma credo che il turista oggi debba poter scegliere. La presenza di un tratto di arenile libero va in questa direzione, può aumentare la capacità di attrazione della nostra costa e la qualità dell’offerta». Le esigenze cambiano.

Qui Viserba

«Oggi - racconta Romani - la mia struttura non propone più pensione completa ma offre pernottamento e colazione, tra i nostri clienti gli “storici” continuano a utilizzare lo stabilimento balneare di sempre e a trascorrere la loro settimana di ferie tra il lettino e l’hotel. Una scelta assolutamente condivisibile che nessuno si sogna di mettere in discussione, è presente però anche una tipologia di ospiti che cerca altro».

L’identikit corrisponde a chi magari durante le vacanze vuole diversificare la propria permanenza facendo più esperienze. Giornata tipo: qualche ora al mare e poi via alla scoperta dei borghi dell’entroterra. «Molti turisti raggiungono Viserba il venerdì pomeriggio per ripartire la domenica nel tardo pomeriggio. Le cifre che sentono richiedere per un paio di ore sullo sdraio sono eccessive e in tanti si lamentano. Una spiaggia libera potrebbe soddisfare le esigenze di chi si accontenta di un bagno prima di cena o semplicemente di qualche ora all’aria aperta senza troppi vincoli».

Secondo Angelini, dalla pandemia in poi, i turisti chiedono maggior libertà e formule flessibili. Dello stesso parere Luca Bersani, ingegnere viserbese con cromosomi ben radicati nel turismo e viaggiatore. «Ovunque la spiaggia libera è parte integrante dell’offerta turistica e aumentarne il numero anche nella zona nord lo considero giusto. Certo, è fondamentale che ci siano servizi e pulizia, in questo senso si potrebbero creare connessioni virtuose con i chioschi bar autorizzati dal Piano su aree in concessione demaniale (area a Servizi o zona B)».

Come? È presto detto: «Il chiosco potrebbe mettere a disposizione i servizi igienici e la cura e la custodia della spiaggia in cambio di una piccola fascia in concessione destinata alla somministrazione e al riparare dal sole gli avventori. Questa sinergia potrebbe servire ad alzare la qualità del nostro prodotto».

Qui Viserbella

A Viserbella è sulla stessa linea anche Stefano Benaglia, presidente della cooperativa di comunità Pixel. «Credo che le spiagge libere possano essere un valore aggiunto per un turismo che non necessita di servizi ma che vuole vivere low-cost la sua vacanza».

L’esempio è la spiaggia libera collocata agli inizi di Igea Marina, sempre molto frequentata. «Inserirne una - spiega Benaglia- in un contesto con servizi commerciali sul lungomare potrebbe portare giovamento a tutte le attività della zona».

Veronica Gugnali, educatrice ambientale specializzata in comunicazione alla sostenibilità, pone l’attenzione sulla doppia anima delle spiagge riminesi «una è quella più turistica mentre l’altra è quella vissuta dagli abitanti. Sarebbe bello far convivere queste due anime, magari attraverso le spiagge libere, da me però intese come selvatiche, sottratte al continuo lavorio dell’uomo».

Innegabili secondo Gugnali le ricadute positive anche in termini di bellezza del paesaggio. «Le spiagge libere sono necessarie sia in termini di vantaggio ambientale, sia come aree fruibili da chiunque gratuitamente, anche da chi ci viene in visita. Pensiamo ad esempio a chi frequenta campeggi o a chi si sposta in camper o a quei turisti che fuggono dall’animazione in spiaggia e cercano silenzio. Queste porzioni di arenile possono essere rivitalizzate e destagionalizzate da progetti di educazione ambientale per i più piccoli e allo stesso modo godute dagli abitanti, cioè chi vive e abita tutti i giorni questi spazi».

Il parere dei residenti deve poter contare. «Ciò che pensiamo noi abitanti - sottolinea - va considerato, non esistono sempre e soltanto le categorie economiche, gli abitanti sono titolari di diritti e doveri alla cura del territorio. Gli ecosistemi sono tanto importanti quanto la redditività monetaria, perché senza quelli si muore. Il mare è una grande risorsa ma dobbiamo cominciare a vederlo da un punto di vista ambientale, come luogo di tutti, animali compresi. Deve essere casa per tutti».

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