Rimini. Murales imbrattato, il Vikingo condannato
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E’ stato condannato a sei mesi di reclusione Padre David, al secolo Davide Fabbri, detto anche il “vikingo”. La vicenda giudiziaria di primo grado del 59ennne cervese si è conclusa ieri pomeriggio, mettendo la parola fine alla storia iniziata nell’aprile del 2023, quando della vernice bianca ha di fatto cancellato il murale intitolato “L’uomo che allatta il bambino” (opera autorizzata dal Comune di Rimini sul muro di via Girolamo Savonarola) e raffigurante un uomo, appunto, che allatta al seno un neonato.
Il capo d’accusa nei confronti di Fabbri (studente di teologia, che alla prima udienza si era presentato vestito con un saio bianco e un crocifisso) era quello di danneggiamento, per il quale l’avvocata Tiziana Teodosio aveva chiesto l’assoluzione, con tanto di pubblicazione della sentenza a spese del Comune. Il giudice però ieri pomeriggio ha deciso diversamente e ora Padre David si dice “prigioniero religioso”. Per la sua legale, invece, si tratta di una «sentenza politica, frutto di strumentalizzazione, dal momento che non esistevano gli estremi del reato, non essendo il murale di proprietà del Comune e dal momento che il mio assistito non ha fatto nulla. Non conosce nemmeno chi ha materialmente cancellato il murale». «Attendo di leggere le motivazioni con viva curiosità», commenta l’avvocata, annunciando già di impugnare la sentenza e ricorrere in appello. «è un atto dovuto - sottolinea - la condanna è un’ingiustizia». «A mio avviso - commenta invece Davide Fabbri - purtroppo non si è tenuto conto dei fatti che dimostravano la mia azione puramente religiosa e della manipolazione ideologica, ed è stata essenzialmente una sentenza politica. Per tale motivo - conclude - mi definisco “Prigioniero religioso”, condannato per la mia opinione cristiana e di buon senso».