Rimini, morte di Pierina Paganelli: Scientifica, le mani sul giallo

Ombre cui dare un volto e un nome. Urla da isolare da possibili rumori che sarebbero utilissimi per ricostruire il percorso fatto dal killer. Tracce da comparare con il Dna prelevato a Manuela e Loris Bianchi, a Louis Dassilva e alla moglie Valeria Bartolucci.

È il delicato e fondamentale lavoro di ricostruzione degli ultimi istanti di vita di Pierina Paganelli, 78 anni, assassinata esattamente due settimane fa al ritorno a casa dopo la serata di preghiera nella casa del tempio dei testimoni di Geova che sta facendo la Polizia scientifica di Roma.

Dalla scena del crimine al laboratorio

Dopo aver rivoltato come un calzino la scena del crimine, gli appartamenti, i garage, i veicoli delle persone più vicine alla pensionata, per gli esperti della Direzione centrale anticrimine della capitale ora è il tempo di cercare di rimettere insieme i tasselli di un puzzle semplice solo all’apparenza; una soluzione del giallo che decine di Sherlock Holmes danno per scontata solamente perché le indagini della seconda sezione della Squadra mobile, coordinata dal sostituto procuratore Daniele Paci, ruotano fin da subito attorno ad una ristretta cerchia di persone residenti per 4/5 nel complesso residenziale di via del Ciclamino. Vorrà però dire qualcosa se dopo 14 giorni sul registro degli indagati della Procura della Repubblica non è stato scritto ancora un solo nominativo.

Tracce del killer

Chi ha infierito per 15 volte sul corpo di Pierina Paganelli, potrebbe aver lasciato tracce del suo Dna anche sugli indumenti intimi della pensionata, strappati per simulare - ormai sembra certo - uno stupro.

Poi ci sono gli accertamenti tecnici su due video di sorveglianza: l’ultimo requisito dagli investigatori di piazzale Bornaccini e subito inviato a Roma, è quello della farmacia che ha l’ingresso sulla corte del quartiere ma riprende, dietro un vetro satinato puntato, anche via del Ciclamino. Il timer di cui è dotata racconta che la Panda rossa di Pierina ha imboccato la discesa verso il garage alle 22,15, una trentina di minuti dopo la fine della serata preghiera. Poi c’è la telecamera di un box auto privato, vicino a quello della vittima, che ha registrato le urla strazianti della donna mentre viene aggredita poco prima delle 22.40. Chi l’ha ascoltata assicura che la 78enne è stata in grado solo di urlare. La telecamera, però, entrerebbe in funzione ad ogni minimo rumore. Ecco perché per gli investigatori è così importante ripulirla. Come detto, potrebbe raccontare quale strada ha percorso l’assassino; se nel garage c’è entrato passando dal cancello principale, quando ha aperto la porta tagliafuoco per preparare l’agguato a Pierina. O se sul punto dell’omicidio ha avuto accesso dall’interno.

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