Rimini. Lo storico bagnino “Così la nostra famiglia da quattro generazioni accoglie i turisti”

Rimini

Prima capannari e baristi, oggi esercenti balneari. Quattro generazioni coinvolte. Un’unica grande storia di accoglienza e turismo. Dal lontano 1890 quando Rosa Rossini, nella zona di Marina centro, iniziò quest’avventura a Roberta e Federica Panni quarta generazione che oggi insieme a Paolo ha festeggiato i primi 60 anni del Bagno Riviera, a Rivabella. Una storia che parla di sudore, fatica e disponibilità.

Una storia che rappresenta l’essenza della famosa accoglienza romagnola. A raccontarla è Pier Paolo Panni, riminese, 80 anni portati alla grande che, insieme al caro fratello Lelio, ha visto nascere e crescere questo spicchio di spiaggia a fianco del fiume Marecchia.

Le origine della storia

«Tutto è iniziato alla fine del 1800 - ricorda mentre guarda alcune vecchie fotografie affisse su una parete -. Questa è mia nonna Rosa, è stata una delle prime a capire e a scommettere sulla spiaggia e su quello che sarebbe potuta diventare. Poi, verso il 1945 a lei sono subentrati mia madre Natalina Rossini e mio padre Orlando Panni. Erano i classici capannari visto che all’epoca c’era una suddivisione ben marcata tra i proprietari di quelle che oggi sono le cabine e i tendaioli, gli antenati degli odierni ombrelloni. Affittavano, appunto, la cabina, i costumi da bagno e si facevano anche sabbiature. Mio padre era ebanista e realizzò personalmente ogni cabina, e nel montaggio trovò dei sistemi particolari per bloccare le pareti e ancorarle nel terreno con plinti, cosa che salvò la vita alla mia famiglia che la notte del disastro dormiva all’interno in cuccette costruite da lui. L’11 luglio del 1950, infatti, un fortunale terribile alle prime ore del giorno, sconvolse l’intera riviera. Tutti i manufatti vennero spazzati via, tranne i nostri. Nel prosieguo degli anni si costruì il bagno 12 denominato Azzurro. Mio padre fu il presidente dei capannari e mia madre fu la direttrice dello stesso stabilimento. Dopo alcuni anni, precisamente nel 1964, ci trasferimmo al Bagno Riviera 1 di Rivabella dove mio fratello Lelio lavorava da qualche anno. Poi, finalmente, nell’estate del 1964, abbiamo aperto ufficialmente il nostro Bagno, ma l’8 giugno ci fu un nubifragio tremendo che spazzò via tutto quanto. Dovemmo ripartire da zero, ma non ci abbattemmo perchè i nostri genitori ci hanno insegnato che nella vita occorre reagire a qualsiasi situazione. E così ci rimboccammo le maniche e riemettemmo tutto a posto”.

La trasformazione

In questi sessant’anni, Paolo e il fratello Lelio, hanno visto il mondo della spiaggia trasformarsi. «Le cabine in legno sono state sostituite da quelle in cemento, le tende hanno lasciato spazio agli ombrelloni e gli sdrai ai lettini. Naturalmente è cambiata anche la clientela, la nostra fortuna è che da noi vengono tante persone che nel corso degli anni sono diventate amiche più che clienti. Una volta stavano in vacanza anche per un mese, adesso è un turismo veloce di pochi giorni. Quello ci ha sempre distinto ed è stata la nostra forza è la sincerità, l’educazione, il rispetto e il sorriso. Ed è quello che ho trasmesso alle mie figlie, Roberta e Federica, che dagli anni Novanta mi hanno affiancato». Il pensiero di Panni, prima del brindisi per festeggiare questo invidiabile traguardo, va ai bagnini, soprattutto ai colleghi più anziani e storici che hanno creato queste spiagge con sudore, amore e abnegazione. «Una volta era un lavoro molto di braccia con cariola, badile , rastrello e forca, adesso è sempre un lavoro molto pesante coadiuvato da attrezzature moderne. Se Rimini è famosa in tutto il Mondo, è merito di chi ci ha preceduto negli anni e l’ha resa la capitale del turismo che tutti ci invidiano».

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