Rimini, le imprese: “Non troviamo operai specializzati, i giovani hanno paura della fatica”

Rimini
  • 18 gennaio 2025

Il 73% delle richieste di operai specializzati in finiture cade nel vuoto, e lo stesso accade, addirittura nel 93% dei casi, quando le aziende cercano attrezzisti, operai e artigiani del legno: i dati della Camera di Commercio dipingono un quadro che le imprese del territorio conoscono già bene, con Cna a mettere l’accento su settori quali impiantistica elettrica, metalmeccanico e artigianato: «I lavoratori, soprattutto quelli qualificati, sono sempre più difficili da reperire per le nostre aziende - spiega Davide Ortalli, direttore di Cna Rimini -. Spesso, anche dopo aver trovato i profili idonei, le imprese evidenziano la difficoltà nel trattenere queste competenze». L’impressione delle aziende è di trovarsi di fronte ad un orizzonte culturale profondamente mutato, con il dito puntato sui soliti noti: «I giovani lavoratori hanno profondamente modificato la percezione occupazionale e sono meno orientati ad un lavoro manuale ed impegnativo - prosegue Ortalli -. Questo fenomeno rende problematico il ricambio generazionale dei lavoratori dell’impresa e il trasferimento delle competenze dalle figure senior a quelle junior, rischiando di dissipare le tecniche manuali alla base del “saper fare” che connota il made in Italy».

Gli stipendi

Il problema non sarebbe nemmeno rappresentato dagli stipendi, su cui entra nel dettaglio Giacomo Drudi della Cmd di Villa Verucchio: «Un operaio nel settore della carpenteria-metalmeccanica porta a casa in busta dai 1700 euro, che crescono con le competenze acquisite. I profili più qualificati arrivano a 3.000 euro di stipendio. La difficoltà di reperire personale, nel mio caso, non è un problema economico ma di cultura del lavoro e questo problema mi ha portato anche a rinunciare a delle commesse di lavoro». E questo a fronte di un lavoro che «non è pesante come una volta - rimarca Drudi - perché oggi al massimo si sollevano 10 chili».

Sulla stessa linea anche Claudio Zavatta dell’Expo 2000 di Coriano: «Non si trovano montatori di cucine e arredi, siamo in continua ricerca di questi profili - sottolinea - poi spesso i pochi che si formano si mettono in proprio. Spaventa fondamentalmente la fatica fisica, eppure è solo marginale nella professione perché quello che conta ed occupa tempo è la capacità di montaggio ed assemblaggio di cucine e arredamenti in legno. Un profilo da apprendista comincia con una retribuzione di 1.400 euro mensili ma non è semplice neppure trovare figure come queste, in Veneto i miei colleghi lamentano una situazione simile che in generale si è acuita dopo il covid. Purtroppo manca cultura del lavoro».

Dal canto suo Cna ha già attivato alcuni percorsi per trovare possibili soluzioni al problema, ad esempio attraverso un servizio di ricerca e selezione proposto dagli uffici del settore formativo per incrociare domande e offerte. «Ma serve fare di più - conclude il direttore di Cna Ortalli -. Diventa sempre più importante puntare sulla collaborazione con le scuole, soprattutto quelle ad indirizzo tecnico e professionale. Alla maggior parte dei profili necessari alle piccole imprese è richiesto un titolo secondario tecnico, come qualifiche, diplomi e certificati professionalizzanti e per colmare il gap tra domanda ed offerta di lavoro è decisivo rafforzare la trasmissione della cultura del lavoro, per preparare i ragazzi ad affrontare un mondo in continua evoluzione».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui