Rimini. La Capanna di Betlemme: “Allarme senzatetto, sempre più giovani in strada”

Rimini

Allarme senzatetto, «sempre più giovani in strada». C’è una città nella città a Rimini, composta da una schiera di invisibili a cui rivolge da sempre la sua attenzione la comunità Papa Giovanni XXIII. A fare il punto, a un passo dal Natale, che per molti rischia di essere cassa di risonanza alla propria solitudine, è il 36enne Livio Liguori, operatore della Capanna di Betlemme che ora accoglie una trentina di persone, in prevalenza uomini italiani con età media 50 anni.

La novità

Numeri che cambiano se si sposta lo sguardo sui senzatetto: a dormire all’addiaccio sono in pari numero stranieri (soprattutto originari del Maghreb e dall’Est Europa, in primis la Romania) e italiani. Con una novità dai contorni drammatici.

«Negli ultimi anni – spiega Livio – la forbice dell’età va restringendosi. A gonfiare le fila dei senza dimora sono anche giovani dai 18 ai 25 anni, spesso stranieri di seconda generazione, provenienti dall’Emilia, che nei momenti di maggior picco, come l’estate o le feste, aumentano fino a arrivare a una ventina. Alcuni sono finiti ai margini della società per scelta, dopo l’esplosione di dipendenze patologiche o, ecco la nuova frontiera dell’emarginazione, per incomprensioni o litigi familiari. A prescindere dalla loro condizione, come osserva il 36enne, alcuni di questi adolescenti riescono comunque a restare fuori «da brutti giri».

Le iniziative natalizie

Intanto a un soffio dalle feste la comunità organizza una messa in strada presso la stazione di Rimini alle 22.30 della vigilia di Natale, a cui seguirà un momento di festa. Previsto per l’indomani, il 25 dicembre alle 12, un pranzo presso “Stella Maris” in viale Regina Margherita 8.

«Un momento conviviale aperto alle persone accolte nelle strutture della Capanna di Betlemme, o coinvolte in progetti specifici. Ma l’invito – precisa ancora Livio - è allargato anche a quanti rischiano di restare soli nel giorno di Natale».

Quanto ai preparativi sono cominciati già da metà dicembre, a colpi di mattarello, «coinvolgendo nella preparazione di centinaia di cappelletti anche i genitori e le nonne dei volontari».

L’appello

Con l’occasione la comunità lancia un appello invitando la cittadinanza «a non voltarsi dall’altra parte ma a segnalare alla Capanna le persone più fragili della città che spesso vivono fuori dal tessuto sociale». Chi volesse dare una mano, può farlo donando alla comunità «cibo a lunga conservazione, caffè e olio ma anche farmaci da banco come, ad esempio, il paracetamolo». Non da ultimo Livio apre le porte «a chi volesse a partecipare all’animazione in programma nel pomeriggio di Natale, per sedersi al fianco dei fratelli o dare prova di fantasia nell’intrattenimento». Ai giovani riminesi rinnova, invece, l’invito «a vivere un’esperienza diversa dal solito», come ha fatto lui anni addietro, magari in un altro periodo dell’anno, anche solo per mezza giornata. A qualcuno, questo piccolo gesto solidale, «potrebbe davvero cambiare la vita». Per informazioni contattare Livio al numero di telefono 345.5282867.

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