Rimini. «L’alimentazione iper sana nuova frontiera degli adolescenti, non per la salute ma per la perfezione corporea»

Rimini

Figli: istruzioni per l’uso. Sono tanti i dubbi che affliggono i neo genitori ma a volte rivolgersi a un esperto è una chimera a fronte delle spese in aumento per tirar su un neonato. Ma niente panico. Sono partiti dal mese di settembre e proseguiranno fino a dicembre gli eventi gratuiti che arricchiscono la programmazione del Centro per le Famiglie di Rimimi, con diverse proposte pensate sia per le famiglie in attesa sia per quelle con bimbi nelle diverse fasi di crescita. Un aiuto prezioso, quello fornito, per affrontare perplessità e problematiche che sembrano insormontabili. Numerose anche le occasioni per confrontarsi con figure esperte del primo anno di vita, per approfondire tematiche che vanno dai diversi approcci allo svezzamento alla conoscenza delle differenti tappe di sviluppo motorio del bambino. Il prossimo appuntamento è fissato per domani alle 10 presso il Centro per le famiglie di Rimini dove si terrà l’approfondimento con esperti dal titolo “Io mangio. I diversi approcci dello svezzamento” dedicato alle mamme in attesa e ai piccoli fino ai dieci mesi di età (iscrizioni a cura dell’ostetrica). Per informazioni tel. 0541.793860.

Capricci a tavola: che fare? Bambini che rifiutano la pappa lanciandola sul muro ma anche figli adolescenti che pretendono menù stellati: fornire qualche suggerimento per non rendere ogni pasto una battaglia è la dottoressa Simona Bracaglia, biologa nutrizionista.

Dottoressa Bracaglia, partiamo dall’abc: cosa evitare?

«È importante organizzare il momento del pasto partendo da una tavola ben apparecchiata, magari con un piccolo aiuto da parte di tutti i familiari, e un menù pensato con cura, seppur semplice e veloce. Accorgimenti, questi, che generano un clima di serenità nella famiglia che si ritrova assieme dopo una giornata fuori casa. I figli in primis ne giovano e si rilassano. Altro punto saliente? La tavola è il luogo del pasto, non si mangia né sul divano davanti alla tv, né ognuno rintanato nella propria camera e neppure si insegue il più piccolo con il cucchiaio in mano».

È vero il detto popolare per cui se un bimbo non mangia “ha già mangiato o mangerà”?

«In linea di massima sì, ma vale anche in senso negativo: bisogna evitare il self-service che porta il bimbo a non avere né fame né interesse nello stare a tavola. Uno solo, ricordiamolo, lo spuntino da fare nel corso della giornata. I bambini, peraltro, hanno il desiderio di essere custoditi e tutelati e le nostre attenzioni devono viaggiare in tale direzione».

Se l’inappetenza si prolunga, può celare un disturbo?

«I piccoli sperimentano le novità volentieri e adattano il proprio gusto con gran velocità. Dopo lo svezzamento, però, diventano più selettivi e i colori giocano un ruolo importante: basti pensare al rifiuto delle foglie verdi. Tuttavia il “no” può dipendere, almeno in certi casi, dalla risposta a una frustrazione, ad esempio, per genitori troppo pressanti o al contrario assenti. A tavola, in breve, bisogna evitare tanto la confusione quanto il panico, preferendo menù semplici e poco elaborati quando si è troppo stanchi dopo una giornata di lavoro. L’obiettivo è star bene insieme e mangiare in modo sano».

Passiamo agli adolescenti, a tavola quali grattacapi danno?

«L’alimentazione iper sana è la nuova frontiera dei giovanissimi non tanto per rincorrere una salutare alimentazione bensì un modello edonistico e narciso, tutti tesi verso una perfezione corporea che ha poco a che fare con lo sport e il mantenersi in forma».

Quali sono i campanelli d’allarme per cogliere le prime avvisaglie dei disturbi dell’alimentazione?

«Bisogna partire dall’osservazione e dal dialogo con i nostri figli. I primi segnali sono una certa tristezza di fondo e la fatica di stare a tavola che fanno pensare a un disagio, soprattutto se le nostre figlie riducono il cibo in pezzi minuscoli e masticano contro voglia o, in modo sistematico, saltano intere categorie di pietanze oppure se, al contrario, chiedono smisurate quantità di verdure. E ancora: spesso cucinano per gli altri, sfornando splendide torte, ma non ne assaggiano neanche una fetta. Altri sintomi su cui mantenere la guardia alta? Le abbuffate e le fughe in bagno ma soprattutto un atteggiamento che si fa sempre più solitario».

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