Rimini “Io, designer ho lasciato il posto fisso in Veneto per la Valmarecchia”

Rimini

CARLA DINI

Ha lasciato un lavoro sicuro in una nota catena di bricolage per aprire una bottega di design a San Leo. Lei è una designer vicentina 39enne, Maria Elena Fasolo, che nei giorni scorsi ha festeggiato la prima candelina della sua attività, ribattezzata “Lab .ottega di Nena”, offrendo a clienti e amici la mescita di vini locali e tipicità sfornate dal forno locale.

Fasolo, quando e perché ha cambiato vita?

«È accaduto due anni fa, quando ho lasciato il lavoro in una nota catena dedicata al “fai da te”, per tornare al mio primo amore: l’arte. La mia formazione correva in quel senso, visto che ho frequentato l’Accademia di Belle arti a Verona per poi specializzarmi in Design a Brescia. Dopo gli ulteriori studi in vetrinistica e allestimento, mi sono appassionata alle fibre tessili naturali e ai colori, approfondendo una ricerca che ancora oggi prosegue nella stessa direzione».

Perché ha scelto di trasferirsi dal Veneto a San Leo?

«È una storia complessa: sono stata adottata e i miei genitori hanno conosciuto una coppia leontina proprio nell’ospedale dove sono nata. Un rapporto di amicizia, il loro, durato 40 anni, che si è consolidato nel tempo spingendo la mia famiglia a acquistare una casa nel Borgo, dove abbiamo trascorso tutte le vacanze nelle ultime due decadi, finché l’amore per un romagnolo mi ha convinta a trasferirmi in pianta stabile».

Qual è il suo lavoro oggi?

«Mi occupo di moda intesa come abbigliamento ecosostenibile, ma anche come decorazione che permette di completarne lo stile. Caratteristiche principali delle creazioni sono il dipinto e il decoro a mano su tessuti naturali. Un modo, il mio, per condividere una passione con gli altri oltre che cercare di tenere viva San Leo, una vera gemma incastonata nella montagna. Detto questo, un designer non è un artista e punta sulla funzionalità del prodotto che ha ideato. Ecco perché il mio obiettivo è restituire nuova vita a capi vintage, quelli per intenderci che i clienti tengono stipati nell’armadio. Talvolta è la clientela che mi chiede un disegno particolare, come ad esempio il ritratto del proprio cane o la foto del matrimonio, più spesso scelgo io la fantasia in base alla vestibilità o ai ricami dell’abito. Dipingo con tinture prodotte in Europa, ma in futuro intendo specializzarmi nell’uso di colori derivati dalla natura. L’idea di base, quindi, è ripartire dalle cose semplici, per rivoluzionare il modo in cui viviamo».

I clienti più affezionati?

«Con gli stranieri, in primis scandinavi e olandesi, vado sul sicuro e ricevo consensi anche per i prezzi, a loro avviso, molto vantaggiosi. Sono riuscita a consolidare anche un certo numero di clienti fissi, in Valmarecchia, che sono ad oggi in continuo aumento».

Nella sua bottega vende solo vestiario?

«Anche qualche lampadario, ricavato ad esempio da slitte o mazze da baseball, ma soprattutto biglietti di auguri e cartoline dipinte a mano».

Prossimo obiettivo?

«Voglio avviare una collaborazione con Fabiola Ronconi, titolare di un atelier a Bellaria Igea Marina. Unendo le forze realizzeremo una linea completamente made in San Leo: un outfit cucito da questa signora, su nostro disegno, e poi personalizzato attraverso la pittura su tessuto. L’uscita della collezione? È prevista per l’estate 2025. Lavoreremo anche su ordinazione ma ogni capo, lo ribadisco ancora una volta, sarà unico e irripetibile».

Da settembre organizzerà dei laboratori esperienziali dal titolo “Colori musicali”. Cosa insegna?

«Ad emozionarsi. Si dipingerá ascoltando musica, una selezione di brani che va dal jazz al repertorio classico. Il tutto su una terrazza panoramica dove il paesaggio sconfina da Pennabilli sino alla Toscana. Obiettivo altrettanto importante? Coinvolgere giovanissimi cje, a causa dei cellulari, stanno perdendo la manualità, il che determina anche l’incremento della disgrafia. I corsi, tenuti a partire dal mese di settembre per quattro partecipanti alla volta, si terranno per 4 giorni a settimana, sempre al tramonto. Una proposta, questa, che ho definito un laboratorio sinestetico perché si realizza collegando campi sensoriali diversi. Le prenotazioni saranno aperte per tutto l’autunno finché il meteo lo consentirà, visto che si tratta di un’esperienza all’aperto. Poi riprenderemo a primavera».

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