Rimini, insulti e minacce con ritagli di giornale contro Petitti e Notaro per l’impegno in difesa delle donne: 62enne a processo

Avrebbe diffamato la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti e Gessica Notaro per la loro attività contro la violenza di genere. Stavolta non si tratta di un “leone da tastiera” ma di un più classico lettore di quotidiani che comprava i giornali locali in edicola e poi si sfogava a commentarli per iscritto. Lettore assiduo e attento, con un pennarello rosso annotava tutti i suoi pensieri a lettere cubitali di fianco alle notizie del giorno. Sottolineava quello che non trovava giusto ed esprimeva pesanti opinioni facendo il verso agli articoli. Commenti pungenti, alle volte sarcastici, ma molto spesso offensivi. Un passatempo “pericoloso” diventato - secondo le denunce - un atto di diffamazione vero e proprio per il quale un 62enne di Barletta si trova a processo, difeso dall’avvocato Leanne Arceci, davanti al giudice di pace. L’uomo, conosciuto dalle forze dell’ordine, colpito da foglio di via obbligatorio dal territorio riminese, già in passato era stato denunciato per ingiurie e minacce oltre che per resistenza a pubblico ufficiale.
Fascicolo al giudice di pace
Per ben tre volte, da ottobre a novembre 2022, avrebbe lasciato sotto la porta della sede dell’associazione “Rompi il silenzio”, che tutela le vittime di violenza di genere, ritagli di giornale riportanti notizie locali con insulti rivolti a Emma Petitti e a Gessica Notaro. Emma Petitti, oltre ad essere la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna (con delega alle pari opportunità e di genere a livello nazionale per la conferenza dei presidenti dei parlamenti regionali), è membro della direzione nazionale del Partito democratico. E Gessica Notaro, la showgirl che oggi si definisce un’attivista divenuta personaggio pubblico in seguito allo sfregio al volto con l’acido compiuto dall’ex fidanzato nel 2017. Gessica, oggi, si adopera a portare la sua testimonianza e il suo impegno nelle campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere. Proprio l’attività a favore delle donne, non era piaciuta al 62enne che sui ritagli di giornali aveva scritto insulti irripetibili e frasi sessiste. Poi di notte li aveva infilati sotto la porta dell’associazione convinto di non essere mai scoperto. Ma dopo l’ultimo messaggio diffamatorio, nel novembre del 2022 erano scattate le denunce penali. Immortalato dalle telecamere di videosorveglianza, mentre si allontana dopo aver lasciato l’ennesimo ritaglio di giornale a Rompi il silenzio, era stato individuato finendo a processo. Ieri mattina il tribunale monocratico ha stabilito l’incompetenza e ha trasmesso il fascicolo al giudice di pace. Le parti offese non si sono costituite parte civile.