Rimini. Incassarono bonus Covid non dovuti, imprenditori condannati

Avevano dichiarato di aver perso tutto il reddito di un anno di lavoro a causa della pandemia per ottenere il contributo a fondo perduto stanziato dal Governo Conte per sostenere il tessuto economico italiano in un momento a dir poco drammatico. Ma le loro perdite erano state ingigantite, così come il fatturato iniziale, solo per poter lucrare sul bonus.
Amministravano due società di telefonia e telemarketing in provincia di Rimini, i due imprenditori condannati dal tribunale collegiale per aver incassato, senza averne i requisiti, i bonus per le imprese stanziate dallo Stato per l’emergenza Covid 19.
Il Tribunale collegiale presieduto dal giudice Fiorella Casadei ha quindi condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione un 56enne originario di Palermo, difeso dall’avvocato Piero Ippoliti, amministratore di fatto di una società con sede a Morciano di Romagna e a 5 anni e 4 mesi di reclusione un 80enne originario di Padova ma residente a Reggio Emilia difeso dall’avvocato Marco Fornaciari. Secondo le indagini della Guardia di Finanza, con un’apposita istanza per la richiesta di contributo a fondo perduto, commisurato e parametrato sulla diminuzione del fatturato subito dalla società a causa dell’emergenza epidemiologica, avevano riportato un falso fatturato per il mese di aprile 2019, pari a 90mila euro, somma che invece risultava del tutto fittizia. Fatturato che poi, nel mese di aprile del 2020, in piena pandemia con lockdown quasi totali in tutta Italia, era diventato pari ad euro 0. Completamente azzerato quindi dal Covid. Presentata una tale situazione, la società era riuscita ad ottenere un contributo accreditato nel luglio del 2020 ed erogato dall’Agenzia delle Entrate, di 13.950 euro.